Spoon River Maddalena «Il bordello che fa da paradiso fiscale»

A.A.A Affitto casa mia a puttane professioniste, spacciatori organizzati o extracomunitari purché senza permesso di soggiorno.
Queste sono le professioni che rendono, che garantiscono un reddito sicuro, in nero. Questi sono i migliori inquilini da avere se hai una casa nel centro storico, soprattutto se non ci vivi, se guardi i quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi, da Castelletto o da Albaro e se questo ghetto lo saccheggi solo per le tue scorribande alcoliche tra S. Lorenzo e il West, o per prenderti l'affitto in nero a fine mese.
La Maddalena è una Spoon River dove ogni serranda abbassata racconta una storia che non c'è più, dove ogni serranda è una lapide di lamiera che come una ghigliottina è calata su chi si è illuso che il Centro Storico potesse riscattarsi, su chi ci ha investito, su chi ha tenuto duro, fino all'ultimo, fino a che ha potuto.
Dalla finestra di casa mia vedo due serrande. Su una, chiusa da tempo immemorabile, sta appeso il cartello del Comune che offre quel negozio con in dote un contributo speciale dell'incubatore di imprese. So che in questa zona il bando è andato deserto. Nessuno si è presentato.
L'altra invece è finalmente di nuovo su! Era un bordello. Dopo un periodo di chiusura forzata, finalmente ha riaperto! L'unica attività che qui resiste è questa. Pure senza contributi e incentivi.
L'attività più antica del mondo è condita con un po' di spaccio a cielo aperto ed altre simili attività che prevedono transazioni in denaro senza scontrini, ricevute e altri inutili balzelli.
Qui, a due passi da Tursi, siamo nel vero paradiso fiscale.
E questo puttanaio su cui si riversano folle di anime in calore è l'insegna variopinta di una organizzazione criminale ben organizzata.
Temo che il Sindaco non deliri quando dice che a Genova c'è la Mafia. Temo proprio di no. Soprattutto ci sono rassegnazione, omertà e paura che sono i presupposti migliori per far crescere questa pianta grama.
Non posso credere che per il Prefetto, per il Questore, per l'Assessore alla Sicurezza, per la Magistratura, per tutte le Istituzioni preposte a farci vivere in mondo fondato sulla legalità, quanto avviene qui, sotto gli occhi di tutti, rientri nei parametri del vivere secondo la legge. E non vedere questo vuol dire non vedere ciò che vi si annida sotto.
Credo in Genova. E credo che se da così tanti anni vive la sua decrescita felice, se da così tanti anni non riesce più a risollevarsi, è perché qualcuno, sulla sua pelle, sta facendo affari. Una tenia abita Genova. Che si chiami «Famiglia», Mafia, Malavita Organizzata, Lobby d'Affari, poco importa. Questa tenia, questo parassita, ha sotto scacco Genova, la divora, fa credere che i mali che affliggono Genova siano i mali comuni al resto d'Europa e invece no. Non è così.
Mi stupisce il silenzio dei tanti intellettuali che pure abitano e lavorano nel centro storico. Trovo sorprendente la mancanza di una reazione efficace e definitiva delle Istituzioni citate prima.


Le sfido con questa provocazione: casa mia in affitto a prostitute, spacciatori, extracomunitari irregolari. Voglio capire se davvero si è impuniti, se davvero questo è l'affare che Genova ti offre e che, credendo stupidamente ancora nelle Leggi, rischiavo di lasciarmi sfuggire.

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