Ambulanze fatiscenti, una sede legale fantasma e stanze piene di ragnatele e sporcizia. È questo il quadro che gli uomini dei Nas e dellAsl si sono trovati davanti ieri mattina, durante il sopralluogo alla palazzina di via Adriano 110 che ospita la Croce Azzurra. Immediatamente sono stati posti i sigilli alle porte e i volontari hanno sospeso allistante il servizio di accompagnamento dei malati. «Non cerano nemmeno lontanamente le condizioni perché il gruppo potesse proseguire lattività» denuncia Giorgio Ciconali, direttore del servizio Igiene sanità pubblica dellAsl di Milano. I dieci carabinieri dei Nas infatti, affiancati da 7 tecnici dellAsl, hanno trovato «carenze pesanti e una sede in condizioni indecenti» con stanze sporche, piene di rifiuti e contenitori vuoti di olio dauto accatastati negli angoli, disordine ovunque, cavi elettrici scoperti, impianti fuori norma e riscaldamento non funzionante. Nelle stanze faceva un freddo tale da costringere i volontari a lavorare con addosso giubbotto e guanti. Non solo, anche le ambulanze non erano in grado di poter accompagnare i malati, soprattutto i dializzati, negli ospedali cittadini. Alcuni mezzi avevano le gomme totalmente lisce, altri non avevano a bordo nessuna apparecchiatura di soccorso. Nemmeno da chiedere se fosse stata effettuata la revisione. «Addirittura - aggiunge Ciconali - abbiamo sequestrato unambulanza che aveva a bordo solo una barella, nientaltro. Praticamente era un furgone riadattato in qualche maniera». I 15 mezzi di soccorso, comprese cinque auto mediche, sono stati fermati in garage. «Fortunatamente - sostengono i tecnici dellAsl - la Croce Azzurra non svolge servizio di emergenza. Con il 118 non avrebbe mai potuto lavorare».
Sul caso è stato aperto un fascicolo e le indagini sono in mano al pm Maria Letizia Mannella. Da verificare anche vari aspetti tecnici: innanzitutto la sede legale della Croce Azzurra, che teoricamente avrebbe dovuto essere poco distante dalla sede operativa, sembra svanita nel nulla e ieri nessuno dei volontari ha saputo dare indicazioni. Non solo, a dare un'occhiata al curriculum degli operatori, parecchi sembrano non avere i requisiti professionali per esercitare il servizio. E anche i finanziamenti dati alla società dallAsl per gestire gli accompagnamenti dei pazienti bisognosi di dialisi (una cifra che va da 200 ai 300mila euro allanno) sembrano volatilizzati: i soldi infatti non sono stati utilizzati per nessun intervento di manutenzione, né della sede né dei mezzi. Si sospetta un caso simile a quello della Croce San Carlo, lassociazione di volontariato finita nel mirino della Guardia di Finanza lo scorso giugno.
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