Milano - Giusta solo per metà la profezia di Adriano Galliani sul derby per Kondogbia. In ore non sospette, quando sembrava destinato a spuntarla, pronosticò: «Chi vince si dissangua». Verissimo. Ma, ecco la parte finale, chi perde s'inguaia parecchio. E questo l'ha capito dalla prevista reazione velenosa del tifo milanista che non ha gradito il sabato nerissimo scandito dal no del centrocampista francese rapito dall'Inter e da quello successivo di Jackson Martinez dirottato all'Atletico Madrid. Una sola boccata d'ossigeno: la comprensione del presidente Silvio Berlusconi e la mancanza del fuoco amico che in altre circostanze avrebbe scatenato l'ira funesta di curvaioli e cospiratori assortiti. Il collaboratore del futuro socio mister Bee, Pablo Dana, ha inviato un tweet solidale tratto da una massima di Roussseau («la pazienza è amara ma il suo frutto è dolce»), prima di scatenare il mondo dei social con un altro di cattivo gusto sui nerazzurri: «Milano invasa dai topi: 5 milioni nel sottosuolo... Saranno fans dell'Inter». Ma Bee lo ha gelato, prendendo le distanze e chiedendo scusa ai cugini: «Dana non rappresenta il mio pensiero- ha detto il broker- lui non è e non sarà mai nel Milan». I milanisti invece erano impegnati a martellare Galliani e tempestare il web di ironici commenti.
Ventiquattr'ore dopo la Caporetto rossonera si sono capiti un paio di particolari significativi sulle due vicende di calcio-mercato: 1) nell'affare saltato con Martinez ha inciso di sicuro oltre che il puntiglio di Galliani (prima le visite mediche e poi la firma su un contratto del valore di 35 milioni di euro) anche la presenza, al suo fianco, di Nelio Lucas, del fondo Doyen, concorrente dichiarato di Giorgio Mendes, potente agente del calcio portoghese alla cui scuderia fa riferimento l'agente del centravanti colombiano; 2) nell'affare Kondogbia invece è stata forse anche sottovalutata la determinazione (e quindi la forza finanziaria) dell'Inter pronta a impegnare una cifra enorme (90 milioni tra cartellino, commissioni e stipendio) pur di strapparlo al rivale e quando il prezzo dell'operazione ha preso a lievitare vertiginosamente Galliani si è ritirato previa consultazione con Arcore: «In certe occasioni è più utile alzarsi dal tavolo che restare e rilanciare». La prima conseguenza pratica è che da questa mattina Adriano Galliani tornerà a occuparsi di mercato in prima persona, senza avere al seguito Nelio Lucas, la cui presenza sia a Oporto che a Montecarlo invece di spianare la strada al successo, l'ha resa scivolosa. Il capo di Doyen era stato accolto, nel Milan, a titolo di consulente personale di Taechaubol. La seconda conseguenza è che sempre da oggi Galliani e Mihajlovic si metteranno al lavoro per individuare gli obiettivi nuovi, due attaccanti di valore più un centrocampista di pari livello, cui aggiungere, a mercato in corso, un difensore. Senza più Martinez, e con Luiz Adriano, brasiliano dello Shakhtar, possibile arrivo da gennaio 2016, Zlatan Ibrahimovic è rimasto in cima ai pensieri del presidente Berlusconi e quindi della nuova lista. Non si è mai visto lo svedese e il suo agente Raiola dare corso a una stagione con un solo anno di contratto. Qualcosa accadrà nelle prossime settimane dalle parti di Parigi. Bacca è da cassare (mai piaciuto ai tecnici), Cavani invece è ritenuto irraggiungibile per il prezzo (60 milioni), mai cercato Jovetic nonostante la sua esperienza felicissima in viola proprio con Mihajlovic allenatore. A centrocampo la scelta è molto più articolata.
Per esempio Bertolacci, appena riscattato dal Genoa, ha fatto sapere che a Roma non intende fermarsi, Soriano della Samp è considerato un possibile rinforzo, Allan dell'Udinese più no che sì, Matuidi, 28 anni, origini angolane, centrocampista del Psg un nome nuovo da inserire nell'elenco con Witzel belga dello Zenit San Pietroburgo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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