Sport

Si cambia vita per un pugno di dollari

A trentadue anni Platini decise di fermarsi, a trentaquattro Sivori, alla stessa età Zidane, a trentatre Boniperti. Alessandro Del Piero prosegue fino a quaranta nel luna park australiano, glielo permettono il fisico ma anche l'astuzia professionale

Si cambia vita per un pugno di dollari

Diciannove anni e nemmeno una parola. Molti pensieri ma nessuna parola, vera, profonda. Di ringraziamento. Tra Del Piero e la Juventus non una separazione ma un divorzio. Quasi un fastidio a parlare della squadra che è stata sua e per la quale ha sofferto e dato tutto, anzi di più, come lui ha ribadito. Nessun accenno a Conte, al presidente Andrea Agnelli, a Lippi o Ancelotti, a Capello o Boniperti o Moggi, a una fetta di vita sostanziale e sostanziosa. È il passato, non conta più. Ma non è vero. Del Piero parte per l'Australia con il veleno sulla lingua, lasciando l'impressione di una rabbia tenuta sotto vuoto spinto, di una voglia di dire, spiegare mettendo sul tavolo la verità, la sua verità sugli ultimi fuochi, quelli che lo hanno bruciato e che hanno praticamente concluso il suo rapporto con la Juventus. È un epilogo amaro ma non mi sorprende perché Del Piero non è uomo di polemiche aperte e volgari, semmai lancia messaggi, anche con uno sguardo, una pausa di silenzio, un sorriso. Lo ha fatto anche in campo mai reagendo a provocazioni e insulti beceri.

Del Piero è stato una fetta importante della Juventus, chi lo nega è ignorante o in malafede, ma proprio chi conosce la storia del club bianconero sa che lo stesso Del Piero ha goduto di una propaganda che lo ha portato a diventare leggenda anche se almeno quattro altri numeri dieci (di ruolo) bianconeri sono stati più forti di lui: Sivori, Platini, Zidane (numero 21), Baggio. La scelta australiana viene definita scelta di vita: tre milioni abbondanti di dollari per due anni in un football senza stress, con dieci squadre in gioco, lo sono sicuramente. Il progetto (non so che cosa sia anche in Italia) del Sidney e della A League è un manifesto che incanta i romantici. Personalmente avrei preferito che Del Piero avesse annunciato il proprio ritiro, tra gli applausi e la nostalgia. Oppure se avesse scelto di concludere la carriera in una realtà italiana di margine ma storica, per esempio la Pro Vercelli in serie B. A trentadue anni Platini decise di fermarsi, a trentaquattro Sivori, alla stessa età Zidane, a trentatre Boniperti. Alessandro Del Piero prosegue fino a quaranta nel luna park australiano, glielo permettono il fisico ma anche l'astuzia professionale. Ha preferito superare l'oceano e provare un'altra esperienza, per lui, per la sua famiglia che lui, a differenza di molti altri sodali, ha tenuto sempre da parte, rispettata e protetta con eleganza, come si dovrebbe fare.
Ma il finale del film non mi è piaciuto. «Per un pugno di dollari» era più bello.

E più vero.

Commenti