Acerbi: «Riparto da zero e punto alla nazionale»

Carpineti (Reggio Emilia) Francesco Acerbi torna alla vita. Il difensore del Sassuolo ha sconfitto per la seconda volta il tumore ai testicoli. È in forma. È in ritiro con la squadra e segna persino nella partitella. Francesco riparte a 26 anni e può riconquistare il Milan, dove fu titolare per un mese e mezzo.

"Ace", come sta?

«Vengo da mesi duri, passati a rincorrere la condizione. Ora per fortuna posso allenarmi a tempo pieno. Ricomincio, ho molti obiettivi da raggiungere».

Com'è rinato?

«La chemioterapia mi ha aiutato anche nello spirito. Ora percepisco l'esistenza in maniera diversa. Sapevo che la percentuale di riuscita della terapia era enorme, ma in quei momenti vengono in mente tante cose: è brutto, ma si va avanti».

Quanti cicli ha fronteggiato?

«Quattro, in due mesi di ospedale, a Sassuolo. Un percorso che non auguro a nessuno, di un tot di ore al giorno, indispensabili. Sul letto si pensa molto, cose dette e non: si ragiona al 100%, emergono valori ulteriori e voglia di combattere».

È mai affiorata la paura di morire?

«No. C'era voglia di farcela, di stare bene, tantopiù grazie ai compagni».

Il 1° dicembre risultò positivo a un controllo antidoping, il procedimento venne ovviamente archiviato.

«Scrissero che prendevo farmaci proibiti, per questo ci rimasi male. L'ultimo controllo medico era stato in novembre, dal dottor Salvioni, quel test a Cagliari anticipò il rilievo della malattia»".

Che messaggio vuol dare agli italiani?

«Controllarsi, anche per sicurezza, non fa male. Non avessi fatto il calciatore, neanche mi sarebbe passato per la mente di sottopormi a quegli esami».

Domenica 31 agosto il Sassuolo ospita il Cagliari. Acerbi giocherà?

«Riparto da zero, per ripagare la fiducia e confrontarmi con me stesso. Vorrei disputare una stagione completa in A e al meglio, come mai in carriera: arrivare all'ultima giornata con la consapevolezza di aver dato tutto. Qui ho il contratto per la terza stagione, da almeno due non mi sentivo così bene».

È speciale il recupero con il centro Mapei?

«Il Sassuolo è attento ai particolari, ha gente molto seria. In fondo anche la squadra si è salvata con un percorso non facile: la paura di retrocedere è servita, cerchiamo di far meglio dell'anno scorso, con serenità».

Che incitamenti le sono arrivati dal presidentissimo Giorgio Squinzi?

«Mi aveva tranquillizzato, in tribuna, alle partite: “Vedrai che guarirai, andrà tutto bene”, mi diceva».

È fidanzato?

«Lo ero, con Valeria. Adesso non stiamo più insieme, però è stata molto importante nella mia vita e mi è rimasta vicina durante la malattia».

Nel 2012 disputò 6 partite con il Milan. Ma la Nazionale?

«Ovvio che ora la Nazionale sia un obiettivo. Ma ci vuole tempo.

Quanto al Milan, quella rossonera è stata una parentesi, poi sono tornato al Chievo. È stata un'esperienza difficile, ci misi anche del mio, avrei potuto far meglio. Forse neanche ero pronto. In A ho segnato solo una volta, a Verona. Spero di ripetermi e avvicinarmi al mio idolo Nesta».

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