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Adani e l'irresistibile voglia di frecciate contro Allegri

Il commentatore di Sky attacca ancora l'ex tecnico della Juventus: «Parli meno e alleni di più»

Adani e l'irresistibile voglia di frecciate contro Allegri

A dani Gabriele, per gli amici Lele ma da non confondersi con l'omonima popolazione del Congo, è l'opinionista di punta di Sky calcio. Ogni sua parola, ogni suo commento è documentato da fonti, sorretto da perizia, illustrato da un lessico covercianesco, complesso, a volte vicino a quello del conte Mascetti di Amici Miei e della sua supercazzola. Adani va matto per la garra sudamericana, se uruguagia meglio, se argentina, alla voce River Plate, allora si sfiorano i massimi dell'eccitazione orgasmica.

Va da sé che non gli garbi affatto certo football nostrano, quello che è chiamato a giudicare, previo compenso significativo, tra antiquati critici e superficiali commentatori. Soprattutto non gli piace il calcio di Allegri Massimiliano, l'esatto contrario delle note caratteristiche sudamericane di cui sopra o del cholismo, del sarrismo, del sacchismo, di tutta quella roba lì che fa tendenza tra coloro che si considerano depositari del Verbo.

Nelle ultime ore ha invitato lo stesso Allegri a parlare di meno e ad allenare di più, perché quando apre bocca dà il peggio di sé. Ora, pare che Allegri abbia allenato di più e parlato di meno nella sua carriera, avendo vinto, da allenatore, scudetti sei, coppe Italia quattro e supercoppe tre, mentre l'opinionista si è fermato a un titolo di campione della serie B con il Brescia e una coppa Italia con la Fiorentina ma da calciatore, perché, cimentatosi nel ruolo di vice Baldini a Vicenza, concluse la missione lasciando l'incarico ma senza lasciare traccia alcuna nella città del Palladio.

Forse è questa cornucopia dell'Allegri a provocare una reazione così stizzita dell'opinionista, il cui look, barba e capelli, lo fa assomigliare all'artista Conchita Wurst (che, però, venuta/o a conoscenza del paragone, ha cambiato acconciature varie).

Ma ci sta, Adani Gabriele, detto Lele, non la popolazione del Congo, va preso a piccole dosi, con i suoi pensieri, a volte negativi nei confronti di chi pensa un calcio diverso dal suo (?), che spesso è un kamasutra che si dimentica della prima posizione, cioè sapere giocare a football, e con le sue parole, anche quelle buone, che, una volta uscite dalla sua bocca, si trasformano in un doppio scappellamento a destra e a sinistra come fosse Antani.

Anzi, Adani.

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