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Addio Amadei il Fornaretto dei record: esordì a 15 anni

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È stato l'ottavo re di Roma prima dell'arrivo di Falcao. Ma di Roma ha sempre interpretato l'animo popolare, il più romano dei romanisti prima di Totti. Amedeo Amadei è morto ieri a 92 anni nella sua Frascati, dove era nato il 26 luglio del '21 e dove era diventato il Fornaretto, passando direttamente dalla bottega del padre panettiere al debutto più veloce di tutti i tempi in serie A: il 2 maggio del '37 a 15 anni 9 mesi e 6 giorni come ala destra in Roma-Fiorentina 2-2, calato in mezzo a campioni del mondo come Monzeglio, Allemandi e Serantoni, oltre che a miti giallorossi come Masetti e Bernardini. Un record che Amadei terrà fino ai giorni nostri, sfiorato solo da Gianni Rivera vent'anni più tardi, unito a quello del marcatore più giovane della storia della serie A, visto che la sua prima rete arrivò sette giorni dopo contro la Lucchese.
Amadei entra così nella storia della Roma e del calcio italiano, primo passo verso il suo più grande successo che coincide con il primo scudetto giallorosso del '42, conquistato anche grazie alle sue 18 reti. Inizia così una carriera lunghissima, intralciata solo dagli anni della guerra, che lo porterà ad essere uno dei più grandi cannonieri del campionato (174 gol in 423 partite) vestendo anche le maglie dell'Inter ('48-50) e del Napoli con cui chiuse nel '56.
Passato da ala a centravanti e poi a mezza punta, Amadei approda in Nazionale negli anni successivi a Superga e veste l'azzurro ai mondiali del '50 in Brasile. Con l'Italia gioca solo 13 partite, ma segna ben 7 gol, il primo dei quali all'esordio contro la Spagna nel '49. È il periodo in cui veste la maglia dell'Inter (con 42 gol in 70 partite) e forma un tandem perfetto con Veleno Lorenzi: memorabile la sua tripletta nell'incredibile derby del '49 in cui i nerazzurri, sotto 4-1, finiscono col vincere 6-5.

A Napoli farà impazzire il Vomero a fianco di Jeppson, Pesaola e Vinicio conquistando un grande quarto posto nel '53. E a Napoli vivrà nel '59 anche una stagione da allenatore, ruolo che ricoprirà poi negli anni Settanta nella Nazionale femminile. Precursore anche in questo.

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