L'allarme coronavirus ferma il Motomondiale. La notizia è arrivata ieri sera direttamente dal CEO di Dorna Carmelo Ezpeleta che ha avvertito telefonicamente i Team Principal della classe regina del Motomondiale. Già da giorni la Dorna, la società che gestisce i diritti del Campionato del Mondo MotoGP e Superbike, stava tenendo sotto controllo la situazione. «Stiamo monitorando la diffusione del contagio e i possibili effetti sul nostro campionato», aveva dichiarato Don Carmelo la scorsa settimana, «stiamo parlando con le autorità locali in Qatar, in Thailandia e anche in altri paesi per verificare il livello sicurezza. Bisognerà capire quale sarà l'evoluzione del problema, se porterà a qualche stop oppure no. Non dipende da noi, ma dalla decisione dei governi e delle autorità locali».
L'escalation dei numeri in Italia con oltre mille contagiati dall'inizio dell'emergenza e lo stop dell'UAE Tour nei vicini Emirati Arabi venerdì scorso, dopo che due membri italiani dello staff di una squadra erano risultati positivi, aveva portato all'inasprimento delle misure di sicurezza e il governo del Qatar aveva prontamente bloccato l'emissione diretta del visto per i cittadini di nazionalità italiana e giapponese. In un primo momento IRTA e Dorna avevano chiesto alle squadre di inviare tutti i dati relativi ai membri italiani e giapponesi in modo da permettere alle autorità locali di monitorare l'arrivo del circus della MotoGP e sottoporre i nostri connazionali alla misurazione della temperatura corporea al loro arrivo all'aeroporto di Doha.
Ieri sera la decisione che sconvolge, ma al tempo stesso fa tirare un respiro di sollievo al paddock della MotoGP. «Ci erano state date tutte le garanzie, ma evidentemente la situazione ha subito un'escalation ieri - ha dichiarato Paolo Ciabatti, Direttore Sportivo di Ducati Corse -. Erano giunte notizie di un volo arrivato direttamente dall'Italia, con tutti i passeggeri a bordo portati direttamente in un hotel per sottoporsi al tampone con il rischio di restare in quarantena per un minimo di 14 giorni. La decisione riguarda la sola MotoGP. Si correranno invece le gare di Moto3 e Moto2 perché tutti i team sono già sul posto avendo terminato solo ieri le sessioni di test pre-campionato».
Scelta inevitabile? «La decisione è comprensibile. Dorna non poteva fare diversamente dal momento che le misure restrittive riguardano i cittadini italiani e giapponesi - ha commentato ancora Ciabatti -. Per precauzione i giapponesi delle squadre della MotoGP si erano fermati in Qatar dopo l'ultimo test, gli italiani invece erano rientrati. Sarebbe stato impensabile correre. Lo staff di Ducati, Aprilia, ma anche di Yamaha e Suzuki è costituito principalmente da italiani». La decisione di cancellare il Gran Premio del Qatar impatta fortemente su un campionato amputato prima ancora di partire.
Il Gran Premio della Thailandia, seconda gara originariamente in programma il 22 marzo, è stata posticipata a fine stagione, mentre è a rischio quello degli Stati Uniti, previsto per il 5 aprile. I proclami di Trump non lasciano ben sperare. Il primo GP della stagione potrebbe a questo punto essere in Argentina il 19 aprile.
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