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Adriano svela: "All'Inter ero sempre ubriaco e il club diceva che ero infortunato"

Adriano l'Imperatore ai microfoni di una rivista brasiliana ha parlato del suo periodo all'Inter: "La morte di mio padre mi ha distrutto, ero sempre ubriaco e l'Inter mi copriva dicendo che avevo problemi muscolari"

Adriano svela: "All'Inter ero sempre ubriaco e il club diceva che ero infortunato"

Adriano Leite Ribeiro, l'Imperatore, ha vestito la maglia dell'Inter con fortune alterne per cinque anni e in tre periodi differenti tra il 2002 e il 2009. L'ex attaccante brasiliano ha messo insieme 177 presenze in tutte le competizioni ed ha realizzato 75 gol, con quello segnato all'Udinese che è rimasto ben impresso nelle menti dei tifosi nerazzurri che speravano potesse diventare un vero crack. Adriano ha sempre dimostrato di aver del talento dato che aveva forza fisica, tecnica e un sinistro potente e sopraffino. Purtroppo per lui, però, la morte del padre nel 2004 segnò profondamente e in negativo la sua carriera.

Adriano intervistato dalla rivista brasiliana R7 ha raccontato come la morte del padre, sua figura di riferimento, abbia segnato di fatto la fine della sua carriera da calciatore. Ecco le sue parole riprese da Sportmediaset: "La morte di mio padre mi ha distrutto, ero sempre ubriaco e l'Inter mi copriva. Mi sono isolato, in Italia mi vedevo solo, triste e depresso e quindi ho cominciato a bere. Arrivo all'allenamento ubriaco, ma mi presentavo sempre e lo staff mi portava a dormire in infermeria. L'Inter diceva che ero infortunato. So solo io quanto ho sofferto quando è morto mio padre e dopo è stato molto peggio perché mi sono isolato. In Italia ero solo, triste e depresso e quindi ho cominciato a bere".

Infine, Adriano ha parlato del suo rapporto con l'alcool che ha di fatto condizionato tutta la sua carriera da calciatore: "Mi sentivo felice solo bevendo e non c'era notte che non lo facessi. Bevevo tutto: whisky, vino, vodka, birra. Tantissima birra. Non smettevo mai e alla fine ho dovuto lasciare l'Inter. Non sapevo come nascondere la cosa e arrivavo ubriaco all'allenamento. Mi presentavo sempe e lo staff mi portava in infermeria a dormire. Alla stampa l'Inter diceva che avevo problemi muscolari. Ho capito dopo che il problema era la gente che avevo intorno. Amici che non facevano altro che portarmi alle feste con donne e alcool, senza pensare a nient'altro.

Tornando in Brasile ho rinunciato ai milioni, ma ho ritrovato la felicità".

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