Realisticamente, per dirla con quanto ribadito la settimana scorsa da Andrea Agnelli in occasione dell'assemblea degli azionisti, la Juventus «dovrà ogni anno raggiungere i quarti di finale di Champions». Lei come tutte le altre big che dai proventi della coppa ricevono sostentamento indispensabile per continuare a rinforzarsi e a pensare in grande.
È un pensiero comune, insomma, che si ripete ogni stagione perché da lì non si prescinde: potrà capitare di fallire una volta ogni tanto, ma la regola deve essere quella di finire stabilmente tra le Top 8 europee. E stasera a Lisbona contro lo Sporting, nonostante l'esordio traumatico di Barcellona, la Signora avrà l'opportunità di avvicinare intanto il traguardo degli ottavi di finale. Cominciando a contare qualche soldino, anche: oltre ai 12,7 milioni garantiti dall'accesso alla fase a girone (più il bonus di 1,5 milioni per ogni vittoria e il mezzo milione per il pareggio), ce ne saranno altri sei per essere arrivati nella Top 16, ulteriormente incrementabili di 6,5 in caso di approdo ai quarti e di 7,5 se il traguardo diventeranno le semifinali. La squadra che vincerà la coppa sarà premiata con 15,5 milioni, contro gli 11 milioni per chi sarà sconfitto in finale. Cosa che alla Juve è successa (anche) l'anno scorso, quando le casse societarie hanno comunque beneficiato di 109 milioni, ovvero 28 in più rispetto al Real Madrid che è finito davanti a tutti. Il tutto grazie al market pool, consistente nella distribuzione dei ricavi commerciali Uefa: un elemento che, nel caso dei bianconeri, ha rappresentato il 54% dei profitti derivanti dalla partecipazione alla scorsa Champions. Quest'anno, con Roma e Napoli potenzialmente qualificabili anche agli ottavi, quel tipo di introito diminuirà e allora assume ancora maggiore importanza il cammino che Buffon e soci riusciranno a fare.
Intanto, la Juventus pare tornata quella vera. E se un paio di settimane fa la sfida contro i portoghesi era stata approcciata con qualche timore poi confermato dal campo (rete di Mandzukic nel finale, dopo essere andata sotto per un autogol di Alex Sandro), stavolta l'umore è decisamente migliore. Merito non solo del successo a San Siro contro il Milan, ma anche dell'avere rivisto compattezza, cattiveria e un Higuain degno dei 90 milioni spesi nell'estate 2016. «Vincendo, si chiuderebbe il discorso qualificazione così Allegri -. Sarebbe un regalo per tutti».
Particolarmente gradito nella settimana del 120esimo anniversario della società. «La squadra deve rimanere serena fino all'inizio della partita, poi accendere l'interruttore e giocare con attenzione e tecnica prima di rilassarsi a fine gara: giocando ogni tre giorni, è fondamentale farlo».
Vicino all'ottava qualificazione (su otto tentativi) al turno successivo, Allegri tranquillizza Dybala («sta crescendo»), esalta Mandzukic («può fare tutto, a parte il portiere») e quasi annuncia Cuadrado terzino: «Se così sarà, giocherà un esterno davanti a lui o, in alternativa, ci sarà un centrocampo a tre con due trequartisti». Lavori in corso, alla ricerca di soluzioni sempre nuove.
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