Finalmente la verità. Quella di Allegri. La colpa non è stata la sua, come aveva dichiarato da eroe al termine del pareggio con il Milan. La colpa è delle riserve, nel senso di coloro che sono entrati in campo ma non hanno inteso quale fosse l'impegno: «Non possiamo giocare in dieci». Nasce il quiz del momento: chi è l'undicesimo in lockdown? Chiesa? Kean? Kulusevski? L'allenatore aveva manifestato la sua rabbia con l'imprecazione rubata da un telefonino e messa in circuito. Dunque, la verità. La Juventus è gruppo ma non è squadra, non tutti hanno compreso l'importanza del momento, alcuni vogliono giocare ma nemmeno sanno quello che stanno facendo. Non è proprio il massimo per un gestore che in verità è un gestante non riuscendo ancora a partorire la creatura che vorrebbe.
Lo spogliatoio può diventare un rettilario, non sono tutti angeli, c'è qualche demone, la storia del football propone esempi mille, quella della Juventus anche, dai tempi di Sivori fino a Rabiot e Szcsesny, tanto per citare gli ultimi lazzi. Se il responsabile tecnico denuncia le differenze, si possono prevedere scorie e malumori che soltanto i risultati possono modificare. Contro lo Spezia è sfida salvezza, c'è poco da ridere. Le ultime due partite contro i liguri, nel campionato di B, segnarono una sconfitta e un pareggio, nonostante la presenza di Buffon, Camoranesi, Del Piero, Nedved e Trezeguet. Allegri ha compreso che non c'è soluzione diversa dalla vittoria, per la classifica, per il morale, per la dignità di questo club che continua nel suo silenzio diplomatico, lasciando che la situazione delicata venga illustrata soltanto dal tecnico, il quale meriterebbe almeno una frase di tutela istituzionale. Inutile insistere, i disegni della dirigenza sono indirizzati altrove, come ha confermato il comunicato dell'ultimo consiglio di amministrazione. Però il presente non permette fantasie e sogni.
Allegri ha annunciato nuovi cambi, De Ligt e Chiesa che nel giro breve di quarantotto ore, hanno ritrovato le forze invece precarie nella serata contro il Milan.
Non ci sarà Chiellini causa febbre, il centrocampo è da definire ma non è una novità, si prevede maggiore attenzione sui calci d'angolo e punizioni degli avversari, elemento non verificato in molte situazioni (ricordo una frase magica di Beppe Chiappella, ai tempi in cui allenava l'Inter e la squadra subiva puntualmente gol su palloni alti in area: «Li ho visti un po' agitati»), ecco, l'affanno e l'agitazione che prende i bianconeri non è una novità, nei minuti finali la Juventus di Allegri va in trance, accadde contro il Bayern in Champions (in vantaggio 2 a 0, finale 2 a 4 per i bavaresi), bis con Inter, Napoli, Lazio, Atalanta, Roma, Crotone, da vantaggio a pari o sconfitta. «Non possiamo giocare in dieci» è un autogol. L'undicesimo era Cristiano Ronaldo.
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