Allegri, che brutto Milan San Siro colpisce ancora

Passa anche l’Atalanta: gran gol di Cigarini. Povertà di gioco e di idee Pazzini non punge. Bojan entra ma non serve. E sono 2 ko in 3 giornate

Allegri, che brutto Milan San Siro colpisce ancora

È proprio un povero Milan. Povero in tutti i sensi. Povero di punti in classifica innanzitutto: la miseria di tre dopo tre turni è un record negativo. E questa volta la partenza lenta delle squadre di Allegri c'entra relativamente. Povero di talenti e non è una novità, ma anche di idee e in particolare di uno straccio di gioco che gli consenta di piegare la resistenza dell'Atalanta, non certo del Real Madrid. San Siro continua ad essere un autentico tabù per i rossoneri: due sfide di campionato su due perse, più il trofeo Berlusconi e fanno tre. Martedì arriva l'Anderlecht (ieri ha pareggiato 1-1 sul campo del Lierse) per la Champions e c'è il rischio, concreto, che l'evento si possa ripetere. Perché non è una questione di scaramanzia ma solo e soltanto calcistica. Di povertà insomma, per ripetere un concetto fondamentale. L'Atalanta, come la Samp già all'esordio del torneo, per un tempo si difende e poi affonda i suoi artigli sulla tenera carne della difesa berlusconiana: scheggiato un palo e divorato un gol facile, facile è il fatturato che testimonia della legittimità del successo. Niente da dire: anzi complimenti a Colantuono e ai suoi.

La presenza di De Jong al fianco di Ambrosini sembra garantire una bussola al centrocampo. I due, in verità, trovano quasi subito la migliore posizione per non pestarsi i piedi, anzi per darsi una mano e nel frattempo costruire una trincea solida. A condizione che la difesa del Milan non infili, uno dietro l'altro, un paio di scarabocchi dei suoi difensori come succede per esempio a metà della prima frazione. Antonini, preso di mira dal pubblico e assolto dall'applauso di Allegri, è capace di contagiare anche Acerbi: a quel punto Denis, liberato al limite dell'area, può agevolmente colpire di sinistro centrando in pieno il palo di Abbiati. È lo spavento che rimette finalmente il Milan su un decente binario: da quel momento, grazie alla vivacità di Emanuelson e a poche altre giocate di rilievo, si rivede qualcosina in attacco, niente di straordinario naturalmente. Consigli ha le mani di ricotta eppure se la cava senza rischi su un paio di stoccate di El Shaarawy e Ambrosini. Siamo alla mediocrità assoluta anche perché Boateng, così temuto da Colantuono, si esaurisce in una serie di velleitari dribbling mal riusciti e in una striscia di cadute da cui reclama chissà quali castighi per i rivali.

Dalla mediocrità il Milan non riesce ad affrancarsi nemmeno nella seconda frazione, nonostante il sacrificio di Pazzini (suoi i migliori recuperi difensivi) che non riceve un pallone che uno degno di un centravanti di serie A. E non è una questione di cifra tecnica del centrocampo o di panico.

Perché, ad esempio, il solito, puntuale acciacco muscolare (questa volta tocca ad Ambrosini) consente a Nocerino di mettere testa e gambe nella sfida. Invece l'Atalanta che bada al sodo e si prepara al colpaccio è una squadra meglio organizzata e col passare dei minuti anche più concreta. A metà ripresa infatti la preparazione di Denis a favore di Cigarini consente al centrocampista di trovare dal limite l'angolo scoperto di Abbiati e perciò il meritato vantaggio. Più tardi infatti il portiere di casa Berlusconi evita lo smacco clamoroso del 2 a 0 negando a Morales lo scontato raddoppio.

A quel punto comincia l'assedio rossonero, poco lucido e ancor meno spettacolare mentre Colantuono rinforza le serrature (Ferri al posto di Brivio). A disposizione di Allegri c'è solo il tascabile Bojan in panchina, spedito subito in mischia la dove forse ci sarebbe bisogno di un corazziere per forzare il blocco atalantino.

La conclusione, mesta e umiliante è la seguente: la seconda sconfitta domestica (su 3 partite) è servita e sul cielo di Milanello cominciano ad addensarsi minacciosi nuvoloni. L'arrivo della Champions può solo complicare la vita del giovane, acerbo, fragile e indecifrabile Milan. E Allegri comincia a vivere notti agitate.

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