Un ko, del tutto ininfluente ai fini della classifica, prima della sosta. Durante la quale la Juventus ha preso atto di due notizie: l'infortunio di Cristiano Ronaldo e la conferma di avere tra le mani un talento purissimo come quello di Moise Kean. In entrambi i casi, presentando l'odierna partita contro l'Empoli, Allegri ha confermato di volerci andare con i piedi di piombo: «Come sta Ronaldo? Bene, ha lavorato un po'. Prudenza ne serve sempre, meglio saltare una partita che due mesi. Siamo in una fase delicata della stagione: mancano dieci partite di campionato e per ora due di Champions. Rientrerà quando non ci saranno pericoli di ricaduta. Lunedì farà un esame di controllo e a quel punto valuteremo. I rischi che non recuperi per l'andata contro l'Ajax (10 aprile, ndr) ci sono e sono tanti: anche lui sa che, se non starà bene, rimarrà fuori». Punto e fine della trasmissione, senza tanti fronzoli e senza dire una parola in più sulla presunta visita fatta in una clinica di Barcellona: «Aveva un giorno libero, è andato lì per cose commerciali sue. Non so cosa abbia fatto». Mistero o no, la sola cosa che conta è rimetterlo in sesto il prima possibile senza però sfidare troppo la sorte: «Non si può compromettere il finale di stagione ha confermato Agnelli -. E' più importante tutelare i due mesi che seguono rispetto a una partita».
E poi c'è Kean, due gol in azzurro e una botta di popolarità che un po' preoccupa lo stesso Allegri: «Serve calma, un passo alla volta. Ha segnato contro il Lichtenstein e ora già sembra Ronaldo o Messi.
La mia preoccupazione è legata a quando recupererà da questa sbornia mediatica. Se Mancini lo farà giocare contro Bosnia e Grecia e lui non toccherà un pallone, per tutti tornerà un brocco». Per questo, oggi andrà in panchina.
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