Allegri e la Juve: vincere ora o mai più

Non resta altra via. Perfino Allegri per una volta non è svicolato: la Juve deve vincere. Se vuol restare in Champions, se non vuol caricarsi la figuraccia dell'anno, la Signora è costretta a battere l'Olympiacos per continuare il cammino con la chance di passare il turno. «Bisognerà affrontarla con molta concentrazione, giocare bene e soprattutto dare grande intensità alla partita. In 95 minuti ci giochiamo quasi sicuramente il passaggio del turno. Nel calcio può succedere di tutto ma stavolta è obbligatorio vincere».

Netto, preciso, senza lasciar spazio ad altra fantasia che non sia quelle del risultato unico. Serve una Juventus a senso unico, pronta a rispolverare i goleador e magari un pizzico di fantasia che, ultimamente, è mancata. Sì, vero dici Atene e per la Juve sono spine più che rose. Dalla Juve di Trap a quella di Atene, ma stavolta c'è di mezzo lo Juventus stadium, chissà mai che il fortino non rinsaldi l'animo dei suoi eroi. C'è di mezzo anche quella sindrome da coppa. Allegri con il Milan ha vissuto aria diversa ed ha provato a distillare consigli. «Per migliorare dobbiamo rimanere sereni e non farci travolgere dal troppo peso che dall'esterno viene detto, come quello che la Juventus ha il complesso dell'Europa. La Juventus ha giocato molte finali, ne ha vinte poche rispetto a quelle che ha giocato. Ora abbiamo un banco di prova importante contro una squadra che gioca un buon calcio, che ha battuto in casa l'Atletico Madrid e la Juventus».

E allora in campo Tevez e Llorente, Morata come pistolero di scorta, i quattro moschettieri del centrocampo, con qualche dubbio per la difesa nel caso Ogbonna non ce la facesse. Quest'anno la Juve in campionato è stata piccola con le piccole (anche il Genoa non è una grande).