Allegri: «Restiamo i più forti senza guardare al passato»

"Khedira e Mandzukic, acquisti di personalità Serve un attaccante che non rompa gli equilibri"

Allegri bacia la Coppa Italia vinta dalla Juventus
Allegri bacia la Coppa Italia vinta dalla Juventus

Torino«Il calcio non finisce. Non si può rimanere ancorati al passato». E allora la Juventus riparte. Da Vinovo, dove ieri è arrivato anche Andrea Pirlo ma solo per salutare i suoi vecchi compagni. Non pioveva da più di un mese, a Torino: alle 17, appena terminata la conferenza stampa di Allegri e Marotta, si è invece scatenato un acquazzone che magari porterà anche bene. Nessun ritiro esotico: la Supercoppa a Shangai sì (un milione e mezzo in tasca), varie amichevoli internazionali e poi però “home sweet home”. Ovviamente però da queste parti nessuno vola basso: gli obiettivi sono gli stessi di sempre, i conti sono floridi (fatturato verso i 350 milioni) e il maquillage in corso d'opera è stato pensato per continuare a primeggiare. Si sono salutati tre pezzi grossi (Pirlo, Tevez e Vidal), ma la sostanza non cambia: «Abbiamo l'obbligo di continuare sulla scia di vittorie - il proclama di Marotta -. Quanto fatto fa parte della storia, adesso ripartiamo. La rosa va completata e, scegliendo oculatamente, intendiamo farlo il prima possibile».

Certo che sì. Perché Allegri è molto chiaro quando spiega che per giocare con il 4-3-1-2 «serve un giocatore tecnico che però non rompa gli equilibri della squadra. Il primo passo è trovare un elemento offensivo, poi vedremo se aggiungere un altro centrocampista». Mario Goetze è il sogno, trequartista vero in rotta con Guardiola al Bayern Monaco: «Ha il profilo giusto, ma per ora non c'è una trattativa concreta - ha spiegato Marotta -. Qualche sondaggio, sì. I rapporti tra le società sono buoni: se uno dei due manifesterà l'intenzione di vivere un'esperienza diversa, siamo disponibili a valutare». Varrà tutto, nel caso: anche il diritto di “recompra” garantito ai bavaresi (stile contratto di Morata con il Real), perché viene difficile immaginare una Signora pronta a sborsare 45-50 milioni «dopo averne già spesi un centinaio a fronte di ricavi di circa la metà», ha puntualizzato Marotta.

E se Goetze rimanesse nella dimensione onirica - ma c'è anche chi sostiene che la Juve potrebbe arrivare a entrambi i giocatori, con formule diverse - ecco Julian Draxler, altro tedesco però più facilmente raggiungibile: ieri il ds bianconero Fabio Paratici è volato in Germania per parlare con l'entourage del giocatore dello Schalke 04, avendo già ricevuto un'apertura di massima da parte della società di Gelsenkirchen. Campione del mondo pure lui, centrocampista di talento ma non per forza di cose trequartista, un anno più giovane del suo connazionale (classe 1993 contro 1992), ha però perso buona parte delle ultime stagioni a causa di problemi a un tendine: la Juve lo vorrebbe in prestito con diritto/obbligo di riscatto, i tedeschi nel caso preferirebbero una cessione definitiva senza però avvalersi della clausola rescissoria di 45 milioni. La quadra potrebbe trovarsi intorno ai 28-30 più bonus, ecco: «Non credo che a brevissimo arriveremo al dunque», il parere di un Marotta circospetto ma deciso a dare al suo allenatore quello di cui ha bisogno. Senza cedere Pogba, va detto: «Approfondiremmo certi discorsi solo se lui mostrasse disappunto nel rimanere qui. E' stato così anche per chi se n'è andato. La sua partenza invece non è in discussione: il giocatore sta bene qui e noi non siamo inferiori a nessuno».

La pagina è stata comunque girata, «investendo sul mercato italiano tutti i 90 milioni dei diritti tv dell'anno scorso: abbiamo dato il nostro contributo per farlo crescere». Se poi i rivali non sanno spendere come si deve quanto incassato, non è colpa della Juve: questo è il succo del discorso. Una Juve che si sente ancora favorita e pronta «a fare diventare regola l'accesso ai quarti di Champions», nonostante tutti i cambiamenti: «Restiamo la squadra da battere - ammette Allegri - ma temo che il campionato sarà molto più equilibrato. Al di là di Roma e Napoli, le milanesi, quando lottano per lo scudetto, sono molto pericolose. Noi ripartiamo da zero, con però la forza dei senatori rimasti, la disponibilità dei giovani e la personalità di gente come Khedira e Mandukic.

Sono contento, sì». In attesa del trequartista e con l'Inter identificata da Marotta come possibile avversaria numero uno: «Con tutto quello che ha speso, sarebbe una sorpresa se non lottasse per lo scudetto». Frecciatina? Forse sì.

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