Allegri si scalda ma rischia di bruciarsiil commento 2

Le cronache, da Forte dei Marmi, riferiscono di un Adriano Galliani in vena e di ottimo umore. Nessuna traccia di Allegri e dell'ipotetico summit poi rinviato per eccesso di attenzione da parte dei media. A tavola, con Preziosi, presidente del Genoa, partner fisso del dirigente berlusconiano, si è discusso molto di Pippo Inzaghi, alle prese col fortunato esordio da allenatore degli allievi (5 a 1 rifilato ai pari età del Bologna). «Vedrete, Pippo è uno che studia, è uno che arriverà, io so dove vuole arrivare» è il lancio nell'orbita rossonera del nuovo astro nascente per la panchina. Evidente il riferimento: Pippo sta studiando da allenatore del Milan. È quello il futuro che gli spalanca Galliani, è quello lo sbocco che immaginano alcuni cronisti e moltissimi tifosi della curva. C'è anche il tempo per dedicare l'ultima chiosa alla triste vicenda di Cassano («Una cosa mai vista, pazzesca, soltanto io so quello che ho fatto per Antonio»: in verità lo sa tutto il mondo, solo l'interessato ha fatto finta di dimenticarlo) prima di prendere atto che Allegri è rientrato a Milano al lavoro e che la questione resta aperta. In modo preoccupante per il futuro del livornese e non solo. Perché, al di là delle stesse buone o cattive intenzioni, delle parole spese e degli appuntamenti dati in pasto alla comunicazione, è evidente che è cominciato il balletto intorno ad Allegri, al suo lavoro, ai risultati ottenuti e in particolare, la vera spina nel fianco, alla striscia degli infortuni muscolari che hanno preso a tempestare anche all'inizio della stagione Milanello («uno ogni partita» ha dettato Galliani, «soltanto tre» ha replicato Allegri: siamo a due di campionato più il trofeo Berlusconi e non è certo un bel cominciare).


Mettere sulla graticola l'allenatore, come già accaduto ai tempi, per motivi e in momenti diversi, con Ancelotti, può servire a far decollare la squadra oppure a renderla ancora più fragile emotivamente. L'importante è che nessuno pensi che per via della partenza di Thiago e Ibra, il Milan sia diventato la Solbiatese.

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