All'Italia vanno i pali alla Francia i gol Ma i giovani piacciono

Azione gioiello nella rete di El Shaarawy. Gomis decide. Traverse di Balotelli e Giaccherini. Il futuro fa sperare

All'Italia vanno i pali alla Francia i gol Ma i giovani piacciono

Parma Abbiate fede e sarete ripagati. Abbiate fede nella nuova Italia di calcio che cresce, tra stenti di risultati e lampi di bel calcio organizzato. Come quella ammirata per un tempo a Parma, ieri sera. Abbiate fede in ragazzi non ancora consacrati dalla cronaca, come Verratti e El Shaarawy, ma già sulla rampa di lancio, tra Parigi e Milanello, in maturi protagonisti dello spessore di Montolivo e in quel ragazzone da coccolare come un figlio scapestrato ma pieno di genio che si appella Mario Balotelli. Perché a loro appartiene il futuro della Nazionale di calcio che ha bisogno di energie nuove e anche di un entusiasmo contagioso. Giusto appunto quello registrato ieri in un'amichevole sistemata in mezzo al calendario intasato della stagione. Nel passato era sinonimo di flop, delusione. E invece, risultato a parte, le scelte e gli esperimenti più arditi di Prandelli (Verratti al posto di Pirlo) hanno pagato e dato un segno positivo alla serata azzurra. Per la qualità del gioco espresso, il bel gol del piccolo faraone accompagnato dalla traversa di Balotelli replicata da quella di Giaccherini e dalla paratona di LLoris (su staffilata di Giovinco). Strameritato il pareggio. Perciò non è il caso di prendersela.

Nella dolce sera di Parma è spuntata un'altra Italia. Non proprio all'improvviso ma dalle pieghe dell'Italia di Cracovia, ultimo ritiro noto dell'europeo passato. È una Nazionale dolce e saporita, come una fetta di culatello, di freschissima anagrafe e perciò anche dotata dell'entusiasmo necessario per supplire al talento del rivale, la Francia, fisicamente ben messa, da Deschamps ben organizzata, e anche dotata del fiato necessario per spendersi in pressing e ripartenze feroci. Ha il futuro in pugno: deve ora conquistarlo. In mancanza di Pirlo, riconosciuto come musa indispensabile del gioco del Milan (che fu), della Juve (attuale) e club Italia, c'è un ragazzino che parla perfettamente l'abruzzese, mastica un po' di francese, si chiama Verratti e farà la fortuna di Carlo Ancelotti al PSG. È lui che organizza il gioco, non perde un pallone che sia uno, lancia perfetto (sulla traversa di Balotelli, suo lo spunto per El Shaarawy autore dell'assist) e si distrae solo una volta, sulla serpentina di Valbuena che consente ai francesi di rimettere subito in parità il risultato. Disattenzioni da ragazzi alle prime armi. Con lui, figurano da protagonisti Montolivo dal piedino ispiratissimo e dallo smalto incredibile, oltre che i due giovanotti dell'attacco, El Shaarawy e Balotelli che si conoscono niente e apparecchiano una bella intesa fatta di pura intelligenza calcistica. Decimo sigillo per il faraone di Milanello, segno che questo ragazzo continua a farne di strada passando dal campionato (8 sigilli) alla Champions e alla Nazionale (2 totale) senza accusare nessun calo di energie e di tensione. Questa è la nuova Italia che promette e che bisogna accompagnare per mano al mondiale del Brasile. Fa niente se l'esperimento dura soltanto 50 e passa minuti: a quel punto il ct (per evitare anche polemiche sul fronte interno) cambia in blocco il centrocampo dando spazio a un altro giovanotto di belle speranze (Florenzi) seguito da Giaccherini e Pirlo. Eppure è il tempo sufficiente per mandare a memoria questi nomi sul taccuino, riscaldare il cuore di Galliani e Allegri. È nuova, giovane l'Italia e ricca anche di giocate che divertono il pubblico di Parma, già appagato dalla traversa schiantata da Balotelli dopo appena 10 minuti.

A dire il vero anche nella Francia piccoli campioni e marcantoni di colore crescono. Come il piccolo Valbuena, stellina di Marsiglia, perciò assai noto a Deshamps. Il suo numero da foca ammaestrata sul gol dell'1 a 1 è un gioco di prestigio che lascia di stucco prima Verratti e poi Barzaglione.

Fa niente se la Francia, a metà della ripresa, può comodamente firmare il raddoppio (intesa Menez-Evra-Gomis) trovando un valico dalle parti di Bonucci e Chiellini. Perché per una dolce sera di calcio azzurro ci si può e ci si deve accontentare delle promesse invece che del risultato, del futuro invece che del presente.

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