Otto punti in meno e però una gara in più archiviata. Il traguardo di fine campionato s'avvicina. Per mago Alonso, fatti due conti a Singapore, bilancio sufficiente. Tanto più dopo i temponi mostrati da Hamilton e Vettel e la scarsa forma aerodinamica delle novità portate dai maranelliani su questo tracciato. Doveva esserci un cambio di marcia in qualifica sulle piste ad alto carico, non c'è stato. Però meglio non infierire in negatività varie. Primo perché il risultato resta positivo; secondo perché, date le recenti doti divinatorie mostrate dall'asturiano, è sconsigliato infastidirlo con giudizi sgraditi. Aveva detto «non siamo da pole» e sabato non lo sono stati; aveva detto «in gara sarà storia diversa e punto al podio» e così è stato. Aveva anche detto che «tutto in corsa può accadere, ricordate a Monza Button e la McLaren che poi hanno rotto al giro tot». E ieri più o meno al giro tot ha rotto il cambio Hamilton su McLaren che stava andando a vincere facile.
Con il tonfo dell'inglese al giro 23, vince facile Vettel. Cambio al vertice degli inseguitori. Lewis scivola lontano 52 punti, quarta piazza dietro persino a Raikkonen. Sebastian lo sostituisce a quota 29 da Alonso che cede appunto 8 punti rispetto al vantaggio che aveva sull'inglese. A questo punto sarebbe bello poter dire che la sfida per il rush finale mondiale si sta delineando, ma non è così. Hamilton è lontano ma può rientrare tanto la sua McLaren vola.
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