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Alonso perde la pazienza "Basta parlare troppo"

"È la solita storia: diciamo sempre prima le novità che portiamo ma vanno provate in pista... Il divario dagli altri è aumentato"

Alonso perde la pazienza  "Basta parlare troppo"

Nostro inviato a Barcellona

I tecnici della Rossa alla vigilia avevano detto delle cose. In pista la macchina rossa ne ha dette delle altre. I piloti della Rossa vorrebbero dire molto e però si trattengono. O quasi. Il sabato da gran premio del duo ferrarista si può riassumere nel quinto posto di Alonso di nuovo discretamente scocciato perché si è preso mezzo secondo dal pole man, anche se speranzoso in chiave gara: «Podio, magari qualcosa di più». E nel sesto crono che diventa nono di Massa di nuovo paperino perché penalizzato di tre piazze per aver frenato Webber in Q2: «Ma non ho fatto niente, non mi puniranno, era normale rallentare in quel punto». E infatti si è beccato tripla scudisciata sul casco. La vigilia da Gran premio ferrarista si compendia anche in un colpo di iella: il ricovero di Pat Fry, Direttore tecnico della Rossa, operato a Barcellona per un attacco d'appendicite. Last but not least, come si usa dire nel Circus, in ultimo ma non in ordine di importanza, ci sarebbero anche due Mercedes in prima fila. Ci sarebbe Rosberg di nuovo in pole come in Bahrein tre settimane fa e a voler essere meticolosi ci sarebbero anche Vettel col terzo tempo e Raikkonen con il quarto davanti a Fernando giusto per complicargli parecchio gli azzardi al via di oggi.

Perché, vista la situazione, tutto è affidato alla vena in partenza dell'iberico. Che come sappiamo è ottima quanto a sorpassi, un po' meno nel prendere certe misure nelle staccate affollate. Nonostante la lunghezza del rettilineo che qui permette certe avventurose cavalcate, Seb e Kimi certamente faranno santa alleanza pur di non farlo passare. Perché sanno bene che su pista dove si supera difficilmente è solo beffandoli subito che il ferrarista potrà raddrizzare la sua gara. Per questo i musi ieri in casa Ferrari erano discretamente lunghi. Il presidente Montezemolo è entrato nel motorhome del Cavallino esclamando «ahia, ahia, ahia…». Poi se l'è cavata dicendo «speravo nella seconda fila», quindi ha deviato sul patto della Concordia fra team, Fia ed Ecclestone che tutto regola in F1 e non ancora firmato. Che però interessa zero i tifosi e molto moltissimo i team per via dei danè che distribuisce. Non a caso Ecclestone è arrivato in Ferrari mentre parlava Montezemolo e via col siparietto fatto di simpatia a go-go e di abbracci e di «non mi baciare» ha scherzato il presidente Ferrari per la gioia di tutti i fotografi.

Quanto alle due Rosse con molte novità che hanno tradito team e tifosi, non si capisce se la colpa sia dell'eccesso di attesa speranzosa creato dai tecnici nei giorni scorsi o in guai più profondi. Probabilmente meglio puntare sulla prima ipotesi. Perché a inizio settimana il papà della F138, Nick Tombazis, aveva parlato di novità alla «carrozzeria, al fondo e alle ali» e venerdì Pat Fry aveva aggiunto «per alcune novità abbiamo avuto novità positive, per altre no» e Tombazis aveva poi corretto un filo il tiro. Fatto sta, Alonso è parso mogio e ha mandato un messaggio dei suoi al team. Ha detto: «Gli altri hanno introdotto novità e il divario da loro è aumentato… quanto a noi è sempre la solita storia: prima della gara diciamo quel che c'è di nuovo, ma poi va provato in pista». E ancora: «La macchina è quella del Bahrein». A voler essere precisini, ci sarebbe anche un affondo di Massa: «Le novità portate non hanno funzionato». Il che non corrisponde totalmente a verità. Nel senso che le due ali nuove sono state montate e non hanno deluso. Semmai si è preferito posticipare fondo e cofano provati troppo poco causa tempo perso per la pioggia del venerdì.

Questo alla voce bastoniamo la Ferrari. A volerla difendere ci sarebbero due altre cosette. Il divario di mezzo secondo è quello che separa Alonso dalle Mercedes che qui erano andate come missili già nei test e che di solito in gara si sgonfiano, ma il distacco dalla Red Bull si è ridotto a un decimo e mezzo. La seconda: il ritmo di gara scodellato dalle due rosse resta il migliore. Meglio invece stendere un velo pietoso sul paragone con il 2012. L'anno scorso la Rossa che non andava qui partì dalla prima fila. Oggi la Rossa che in gara vola è quinta. E insegue in classifica. Sa di presa in giro.

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