Monza è speciale. C'è chi gode per i fischi e chi si consola con gli applausi. Il quasi campione mondiale per la quarta volta Sebastien Vettel si sofferma sul podio quasi a voler memorizzare i fischi, uno per uno. E Fernando Alonso è l'ultimo a uscire perché innaffia il suo popolo con lo spumante, quasi a lenire le ferite di un'altra sconfitta. Ricambiato con un urlo continuo. È stato un weekend in cui i fatti sono stati sicuramente meglio delle parole. E così si finisce. Perché il secondo posto era il massimo con una Red Bull in formissima, imprendibile. Si apre con l'abbraccio ai tifosi: «Questo secondo posto serve per godersi il podio più spettacolare», completato cinguettando le foto fatte da lui stesso proprio dopo la premiazione.
Poi si scrive l'ultimo capitolo della saga scemi o geni, degno delle precedenti puntate. Alonso strizza l'occhio al popolo della Rossa per mandare messaggi: «È la terza o quarta gara consecutiva che alcune persone hanno cercato di creare un po' di tensione tra il team e i piloti. Poi spieghiamo tutto, ma ovviamente questo non fa vendere così tanti giornali». Anche perché l'asturiano trova risposte altrove: «Ogni volta che lascio un aeroporto, l'hotel, a casa, ovunque c'è un supporto enorme, l'abbiamo visto sul podio. Forse non molti di loro leggono i giornali del mattino, per fortuna».
E alla sorte si attacca per cullare una piccola speranza mondiale. «Bisogna essere realisti, il divario è davvero grande e a questo punto dobbiamo sperare in qualche gara senza punti di Vettel o qualcosa di simile. Possono perderlo solo loro il mondiale», ammette Alonso che poi ripensa all'anno scorso, quando i ruoli erano invertiti e poi finì come finì. Lui detta la strada ripartendo proprio da Monza «dove abbiamo ottenuto il massimo dalla macchina, sono veramente contento. È stato un weekend quasi perfetto». E comunque c'è sempre un motivo per sorridere: «Qui ho corso quattro volte con la Ferrari e sono sempre salito sul podio».
Poi ancora la radio e le comunicazioni col box, stavolta oggetto del contendere la luce rossa lampeggiante sulla macchina di Vettel. Il siparietto in sala stampa è da raccontare. Seb che gli chiede meravigliato: «Ti sei lamentato?». E Alonso che ammette e cerca di salvarsi in corner: «Lui non è abituato ad avere una macchina davanti, quindi non sa come ci si sente ». Vettel a quel punto gli stropiccia i capelli e gli dice: «Stavo cercando di scappare per non disturbarti ». E allora riemerge l'orgoglio di Alonso: «Non ci sei riuscito». E giù risate. Punti di vista, perché Vettel nella Monza rossa si è messo in tasca una bella fetta di Mondiale. Ma Alonso promette battaglia fin da Singapore: «Ora dobbiamo prendere qualche rischio, non c'è più niente da perdere». Anche se proprio il prossimo Gp verificherà i miglioramenti visti a Spa e Monza: «Sarà il vero banco di prova. Come a Budapest si raggiunge il massimo livello di carico aerodinamico. Vediamo dove saremo».
La pensano così anche Stefano Domenicali e Felipe Massa, quarto e forse con un pizzico di malinconia. Potrebbe essere stata la sua ultima volta in rosso a Monza, e non c'è stata neppure la gioia del podio. Non solo per colpa del brasiliano, anzi.
Ha fatto passare Alonso e Webber l'ha superato dopo la sosta. Quindi strategia non perfetta. E poi le sue parole che se non sono un saluto poco ci manca: «È stata una gara importante per il mio futuro, ma non è detto che il mio futuro sia solo Rosso».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.