Si è ritirato Pirlo, non ci resta che Verratti. Perso l'artista, inseguiamo una comparsa, ritenendolo un attore. Notizie da Stoccolma: non pervenuto. Verratti Marco è roba piccola, promessa e premessa di campione, speranza mai esaudita. Riesce a farsi notare nel campionato di Francia; per forza, giocando nel Paris Saint Germain, una volta Ibrahimovic, un'altra Cavani, un'altra Di Maria, un'altra Neymar e poi Mbappé e altri ancora e allora anche lui, Verrattì, con l'accento sull'ultima vocale, c'est plus chic, si accomoda al ristoro stellato e riesce a fare la sua figura. Ma trattasi di figurina, è calcio modesto e anche molesto, aggettivo di gran moda. L'ammonizione di ieri sera, essendo il giovanotto sotto diffida, gli toglie la possibilità di giocare a San Siro, nel ritorno decisivo.
Forse sarà un bene, perché Verratti serve soltanto al suo procuratore, perché l'equivoco dovrà essere chiarito e risolto, non possiamo aspettare che questo fiorellino sbocci come una rosa profumata. È un bocciolo di plastica, non vale quello che pesa sul bilancio dei signori del Qatar e nemmeno al fantacalcio, non è regista, non è trequartista, non è l'uomo al quale consegnare le chiavi di casa. Ha una lentezza indisponente, non si assume responsabilità decisive, è un narciso che non possiamo permetterci. È una spalla, un badante, un comprimario, ombra di chi gli sta di fianco, rarissimamente è luce abbagliante. Va in frantumi, quando si ritrova a fare i conti con i magazzinieri svedesi che lo smontano come un armadietto dell'Ikea. E non alza la testa, semmai lascia il piede maligno. Mannaggia.
Eppure avrebbe molto, non tutto, per crescere, migliorare, completare gli esami e ritirare la laurea. È sempre un rinvio alla prossima, un rimandato alla partita successiva, un compito in classe non terminato. Tra gli ex allievi di Zeman a Pescara, è quello che non ha mostrato veri, solidi, sostanziosi progressi se non nel conto in banca, a differenza di Immobile e di Insigne, punti di riferimento e trascinatori di Lazio e Napoli. E la sostituzione proprio con Insigne ne ha timbrato la bocciatura.
Ma non ci sono alternative, non abbiamo più allevato artisti in mezzo al campo ma muscolari, geometri, ragionieri, impiegati del catasto e chiedo scusa alle categorie. Siamo così caduti nella provocazione delle carogne svedesi.C'è ancora una partita prima della vergogna. C'è ancora Milano per evitare la fuga e l'esilio. Marco Verratti sarà assente. Come a Stoccolma.
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