Sergio Arcobelli
Ventidue anni fa Carlo Ancelotti cominciava la carriera da allenatore nella sua Reggiana. Ventidue anni dopo ha vinto tutto quello che c'era da vincere. Ma ieri, nel giorno della sua millesima panchina, ha festeggiato come meglio non poteva fare. I suoi ragazzi hanno travolto con otto reti l'Amburgo nella gara valida per la 22ª giornata di Bundesliga. E dire che il Bayern Monaco, quest'anno, altro non era, secondo la stampa, che una squadra in grado di vincere solo di misura o in extremis, tanto che a Carletto era stato affibbiato il nomignolo di Mr. Minimalista. Alla faccia del Minimalista...
Chissà se ieri Carlo, mentre i suoi si impegnavano a prendere a pallonate la squadra più antica di Germania, avrà pensato all'esordio nel 1995, quando nella sua Reggiana passò in poco tempo dal rischio esonero alla promozione dalla B alla A. Di certo erano altri tempi quelli, con altri modus operandi. Ma quella che non è cambiata è la stima incondizionata che i giocatori ripongono nei confronti di Ancelotti. «È come un grande orso, un bravo ragazzo, una persona davvero sensibile» dichiarava qualche anno fa Cristiano Ronaldo sul suo ex allenatore al Real Madrid. Non è però il solo ad apprezzarlo. Perché Carlo è capace di gestire dal fuoriclasse, e ne ha avuti tanti (CR7, Kakà, Ibrahimovic e via dicendo) al giocatore meno talentuoso ma carismatico, come Gattuso. «Rino era come un fratello, anche se io ero il suo allenatore. Gli ho confidato cose che non ho mai detto a nessun altro». Perché è questo che lo rende unico tra gli allenatori: la qualità umana, quella che non acquisti con i corsi a Coverciano per il patentino da allenatore. Questo ha permesso ad Ancelotti di togliersi soddisfazioni nei cinque campionati più importanti d'Europa: dopo Parma, Juventus e Milan, infatti, ha allenato e vinto in Inghilterra (Chelsea), Francia (Psg), Spagna (Real Madrid) e ora domina in Germania con il Bayern, dove piano piano sta conquistando tutti, fino a zittire parte della critica. Ma anche la società, che come ogni anno pretende di vincere tutte le competizioni, e che ora si sta ricredendo sull'operato di Ancelotti. E ieri prima dell'incontro l'allenatore italiano è stato premiato, con un Pretzel gigante con la scritta 1000, dall'amministratore delegato del Bayern Karl-Heinz Rummenigge.
Insomma Carlo si è divertito un mondo. Come praticamente gli è riuscito spesso in queste 1000 partite da tecnico, in cui ha collezionato 592 successi e 1851 reti realizzate dai suoi giocatori. Cifre da sogno, cifre di un numero uno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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