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Anche Donadoni fa retromarcia «Parma-Napoli? Ma quale inchiesta...»

Per Roberto Donadoni «lo schifo» del calcio dura come le rose di Malherbe, lo spazio di un mattino. Trascorsa la notte, ecco che i pensieri e le parole dell'allenatore del Parma cambiano odore e diventano profumo, quello che è accaduto in campo contro il Napoli, prima, durante e dopo, fa parte del gioco e lì finisce, come accade nei peggiori bar di Caracas. Assurdo sarebbe aprire un'inchiesta, Donadoni deve avere vissuto un incubo, la realtà era ben differente, quasi soave. Infatti quelli del Napoli, chiamati in causa, reagiscono con il mormorio (dal momento che, per ordine di quel raffinato di De Laurentiis Aurelio, sono in silenzio stampa italiano ma da mercoledì a giovedì per regolamento Uefa, in terra Ucraina i tesserati del club saranno tenuti a parlare). Mormorano, dunque, che Donadoni non può parlare a vanvera, faccia i nomi, eventualmente i cognomi e non si nasconda dentro il canneto. Lo stesso Donadoni, al risveglio, dice che un'eventuale inchiesta sarebbe un'assurdità, quel finale di partita era «foga», nient'altro.

Davvero una storia edificante, tra nobili uomini, dotati di coraggio leonino, pronti a sfidare non soltanto la porta avversaria.

Di certo il Calcio Napoli continua a vivere una stagione difficile, non riesce a passare 'a nuttata , De Laurentiis ci mette del suo, è uomo di mondo, svillaneggia chiunque gli capiti a tiro, sia calciatore, attore, giornalista, imprenditore, non osa guardarsi allo specchio perché farebbe uguale fine, lui medesimo, non lo specchio ovviamente. L'episodio di Parma era già miserabile, il giorno dopo si è fatto avvilente, si moltiplicano i don Abbondio, i guerrieri dell'armiamoci e partite, nessuno ha il coraggio di dire la verità e di smentire davvero le false parole; tutti omertosi, tutti complici, tengono famiglia e non si sa mai, prima o poi potrebbe arrivare un'offerta da quelle parti.

Il Napoli si agita nel silenzio infantile e capriccioso, pensa di essere vittima di complotti, del nord, del sud, del centro, dell'Europa, del mondo, interviene Maradona, un uomo pronto a tutto, parla De Magistris, un sindaco anch'egli pronto ma su tutto, Benitez, in privato, pensa e dice cose terribili sul nostro calcio, poi si ricorda che l'assegno mensile va tutelato e, come Donadoni, dimentica. Giovedì, in caso di vittoria sul Dnipro, chissà che dirà il presidente di Torre Annunziata: "Visto, ho strizzato le uallere a Platini!".

E' un calcio sempre più divertente, molti interpreti sono guitti da avanspettacolo, la recita comunque è da scompisciarsi dalle risate.

Ascoltando le loro parole, mi torna alla mente una frase di Totò: «Lei è un cretino, si informi».

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