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Andrea Rinaldi non ce l'ha fatta: è morto per un aneurisma a 19 anni

L'ex atalantino era ricoverato in condizioni disperate per un aneurisma cerebrale che lo ha colpito mentre si allenava a casa

Andrea Rinaldi non ce l'ha fatta: è morto per un aneurisma a 19 anni

Andrea Rinaldi, il giovane centrocampista dell'Atalanta, in prestito al Legnano, è morto all'età di 19 anni, colpito da un aneurisma cerebrale nella giornata di venerdì.

Andrea Rinaldi non ce l'ha fatta. Il giovane calciatore si è spento all'Ospedale di Varese, dove era ricoverato nel reparto di Rianimazione. Era arrivato venerdì in condizioni disperate dopo essere stato colpito da un aneurisma cerebrale durante una seduta di allenamento casalingo nella propria abitazione a Cermenate, in provincia di Como. Andrea ha lottato per diverse ore tra la vita e la morte fino alla mattinata di lunedì.

A dare la tragica notizia è stato il suo procuratore, Marco Montesarchio con un lungo post su Facebook:"E' una notizia che non vorresti mai dover dare o ricevere anche per chi, come me, ti conosceva solo da un anno. Fu tuo padre ad organizzare l'incontro, ma bastò poco ad entrambi per capire subito che condividavamo gli stessi principi per poter iniziare a lavorare insieme. Sono stato davvero fortunato ad averti conosciuto e sono contento che le nostre strade si siano incrociate anche se per così poco tempo.. Spero d'averti potuto lasciare qualcosa di positivo come tu sicuramente hai fatto con me. Sei stato sempre corretto e leale con tutti, era il tuo modo di essere dentro e fuori dal campo di calcio. Quel rettangolo verde che era la tua vita! Avrei voluto poter gioire con te per un tuo ritorno tra i professionisti, te lo saresti meritato dopo una stagione esaltante a Legnano". Questo il comunicato ufficiale del Legnano: ''L’Ac Legnano, il mondo lilla, la città e l’intero universo calcistico oggi vivono uno dei loro giorni più sconvolgenti. Andrea Rinaldi, il nostro guerriero, ci ha lasciato. Un aneurisma lo ha strappato alla vita a 20 anni non ancora compiuti, nel fiore degli anni, con una vita davanti e una carriera che prometteva traguardi luminosi''.

L'ultimo allenamento nel giardino di casa

Il tecnico del Legnano Giovanni Cusatis lo racconta così: ''Un ragazzo a cui tutti vogliono bene e che si fa voler bene. Ci siamo sentiti qualche giorno fa, come d’abitudine chiamo tutti i ragazzi una volta a settimana, in questo periodo, per sentire come stanno, lui stava bene''. L'allenatore ha raccontato alla Provincia di Como l'ultima telefonata fatta al ragazzo: ''....'Mister, mi ha trovato in tempo perché sto andando a fare l’allenamento giù in giardino', mi ha detto. Telefonate che sono un modo per stare vicino ai ragazzi, in questo momento di difficoltà per tutti. Mi piace sentire come stanno loro mentalmente, se sta bene la famiglia, se nessuno ha problemi di Covid. Abbiamo scherzato e abbiamo avuto una chiacchierata generale, come si fa tra atleta e allenatore. Non mi ha accennato a nessun tipo di problema, era sorridente''. Nessuno immaginava che sarebbe stato l'ultimo della sua vita e della sua giovanissima carriera: poco dopo, mentre effettuava degli esercizi nel giardino di casa, il malore poi rivelatosi fatale.

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