
Non accade ma se dovesse. Ronzano pensieri nella testa degli interisti, circolano amuleti nei vicoli di Napoli, novanta minuti per decidere un anno di football ma con l'ipotesi di un'altra partita, come se il destino volesse giocare fino all'ultimo secondo, all'ultimo gol, all'ultima lacrima. In fondo dovremmo essere orgogliosi di avere due allenatori totalmente italiani a spartirsi questo finale di campionato, Simone e Antonio, per dirla in breve, ex calciatori e non professori di teorie ma figli del campo, del sudore e della sofferenza, uniti, guarda un po' gli scherzi della sorte, da quella domenica di maggio del duemila e due, quando il quarto gol di Inzaghi segnò per l'Inter la sconfitta definitiva e la perdita dello scudetto mentre Conte gioiva a Udine delle rosicate altrui. Oggi li attende un Black Friday che però non fa sconti e sembra avere un passaggio privilegiato per il Napoli contro il Cagliari rispetto alla gita dell'Inter sul lago di Como. Ma il football, per fortuna, offre colpi di scena, lo ricordano gli almanacchi e certi filmati d'epoca, stavolta in pochi pensano che il Cagliari possa fare lo scherzo maligno, dicono, a sostegno, che Nicola schiererà le secondo linee e trascurano il fatto che proprio queste, a differenza dei titolari, hanno motivi cento di dimostrare forza e coraggio contro la capolista, mai dire mai anche se prevedo gesti napoletani apotropaici ed eventuali cancellazioni di vacanze in Sardegna, Conte non ha concesso nemmeno un caffè, ha voglia di vincere il terzo titolo in tre squadre diverse (4 con il Chelsea), meglio non ricordarglielo pubblicamente.
Lo stesso vale per l'Inter che deve badare alla trasferta di champions league ma ha uno scudetto da onorare, un titolo di campione da difendere con dignità e poi Fabregas è spagnolo (catalano) come Luis Enrique e dunque gli ultimi due avversari di Inzaghi parlano la stessa lingua anche in campo, il romanzo incominciato contro il Barcellona può proseguire. Stasera, dunque, immaginando anche il lunedì.
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