
"Sono stato così folle da sognare in grande". La quarta medaglia mondiale dell'atletica italiana porta la firma di Iliass Aouani, che si prende il bronzo nella maratona, la distanza più iconica. L'atleta delle Fiamme Azzurre con indosso in testa il durag (un foulard nero diffuso tra gli afroamericani) chiude in 2h09:53 alle spalle del tanzaniano Alphonce Simbu (2h09:48), che al fotofinish stampa il tedesco Amanal Petros in una volata mozzafiato.
Quel ragazzino che cercava di stare alla larga dalle siringhe per terra e dagli spacciatori ha compiuto un'impresa da sogno, riportando l'Italia sul podio 23 anni dopo il terzo posto di Stefano Baldini a Parigi. Il 29enne ingegnere di origine marocchina è cresciuto alle case popolari di Ponte Lambro, che nonostante gli interventi sociali continua a fare da concorrenza a Rogoredo come capitale dello spaccio. "Da dove arriva questo bronzo? Arriva dal niente, dalla malavita di Ponte Lambro, dove la gente si sparava e si drogava. Io sono un ragazzo partito dal nulla. Penso che la mia storia sia motivo di ispirazione per tutti. Mio padre quando è venuto in Italia ha iniziato come lavapiatti e ora lavora in cantiere. Sarà fiero di me. Siamo cinque figli. Non è stato facile tirare su una famiglia così coesa".
Arrivato dal Marocco quando aveva due anni, Iliass a 16 anni scopre la corsa per caso ("non facevo sport prima di allora") e si rende conto di essere portato per le lunghe distanze al campo di San Donato Milanese, dove lo alleva Claudio Valisa, già tecnico di Genny Di Napoli. "Prendevo lo zainetto e facevo chilometri a piedi. L'ho fatto fino ai 19 anni, quando poi sono andato in America grazie a una borsa di studio per diventare ingegnere civile". Ha studiato quattro anni a Syracuse, nello stato di New York (lo stesso ateneo frequentato dall'ex presidente Usa Joe Biden). "Volevo fare professionismo in America, ma poi è scoppiato il covid. Tempismo perfetto ho pensato Così sono tornato in Italia nel 2020. Da allora mi allena Massimo Magnani. Lui è stato lungimirante, perché ha intuito il mio potenziale".
In cinque mesi, Iliass ha vinto un oro agli Europei a squadre di Lovano e ora un bronzo mondiale. "Il mio mental coach Stefano Tavoletti (lo stesso di Leo Fabbri, bronzo nel peso, ndc) per motivarmi mi ha fatto notare che nelle mie foto su Instagram non ne avevo nessuna con la maglia azzurra. Ho voluto dimostrare qualcosa a me stesso, ho dato un senso ai sacrifici e alle batoste prese con la Nazionale". Escluso da Parigi un anno fa, si è preso la rivincita con la medaglia al suo primo mondiale. "Il sogno è sempre stato grande e quando ci credi i sogni si realizzano. La parola impossibile è semplicemente nel dizionario delle persone che vivono di scuse. Dietro questo pezzo di metallo c'è di tutto. Ci sono momenti di delusioni, ci sono le lacrime versate da solo in macchina". Si commuove Aouani, ragazzo meticoloso e dalla grande profondità di pensiero. "La maratona è una disciplina spirituale. È un momento di introspezione. È una solitudine ma nel senso positivo del termine. Fa bene alla mente".
Agli ingegneri piace correre e faticare. "Sì, Nadia Battocletti tra poco prenderà la laurea in edile. Le sue imprese e quelle di Baldini sono state di ispirazione. Mi piaceva tanto il keniano Kelvin Kiptum, era di un altro mondo, ma purtroppo non c'è più".