Fusioni, deficit, fallimenti Lo sport in un anno ha cancellato 37 squadre

Da Treviso nel basket a Roma nel volley: quante chiusure Campionati ridotti e qualcuno è anche partito zoppo

Nell'ultima estate lo sport italiano di vertice ha perso una ventina di società professionistiche, colpa della crisi economica. Le defezioni si sono moltiplicate, con incremento di fusioni e scambi di titoli. Domani comincia la serie A1 di pallavolo femminile, con due anticipi, e anche questo campionato è lo specchio dei continui rivolgimenti di sport che devono rivedere in continuazione formule e iscrizioni. La scorsa stagione era un torneo a 11 squadre, i gironi con numero dispari di iscritte sono sempre fastidiosi, poichè impongono di tenere a riposo una squadra per ciascun turno e l'anomalia riguarda un numero crescente di tornei. Ora il volley rosa è risalito a 12 formazioni, ma Villa Cortese (finalista scudetto, appena battuta da Busto Arsizio in supercoppa) si è fusa con l'Asystel Novara (gioca però sempre a Castellanza, nel Varesino), facendo ripescare Forlì, nel frattempo diventata Bologna.
L'A2 del volley rosa è il torneo in assoluto più falcidiato, scende da 16 a 14 club, ne ha depennati due della stessa provincia, le salernitane Pontecagnano e Mercato San Severino, mentre Santa Croce (Pisa) si è ritirata anche a livello maschile, dopo avere disputato anche tre campionati di A1, con i "Lupi". L'A1 uomini scende da 14 a 12 club, ha bloccato le retrocessioni per fronteggiare l'addio di Treviso e Roma: il volley nella capitale era già sparito una prima volta dopo lo scudetto del '99, con il marchio “Mezza Roma” (del presidente del Siena Massimo Mezzaroma) era rinata nel 2006 e ora riparte della serie B2; Monza invece ha ceduto il titolo a Ravenna, retrocessa. Tre defezioni anche nella serie A2, scesa da 16 a 13 iscritte, con la scomparsa di un un capoluogo di regione, Genova, emerso da sole 6 stagioni. La crisi non fa sconti, colpisce i paesi come le città, che magari in certe discipline non hanno grande tradizione.
Treviso è cancellata pure dalla pallacanestro, dove si prese 5 scudetti e altri 14 trofei, qui la rinuncia era pianificata dalla famiglia Benetton, 5 imprenditori cercavano di tenerla in vita, ma il ricorso presentato in federazione non è andato a buon fine e la ripartenza avviene dalla Promozione.
L'anno scorso Teramo era stata ripescata, pagò mezzo milione di euro, Venezia fece ricorso e la serie A si disputò a 17 squadre, in estate gli abruzzesi si sono ritirati.

In LegAdue il ripescaggio di Forlì e Capo d'Orlando, la società messinese era stata cancellata nel 2008, dopo avere conquistato i playoff con Romeo Sacchetti in panchina e Gianmarco Pozzecco in campo. Sempre più spesso ritornano, insomma. C'era da rimpiazzare Piacenza e Ostuni, durate una sola stagione, dopo la promozione dalla ex B1, le meteore nello sport italiano sono sempre più frequenti. L'A1 femminile perde i 15 scudetti della Comense e gli 8 di Sesto San Giovanni, le milanesi si sono ritirate a calendari emanati, per questo il campionato è zoppo, a 11, e la favorita non è più Taranto, che ha rinunciato all'Eurolega. E' accaduta la stessa cosa alle campionesse d'Italia di pallamano, non iscritte all'Ehf cup, la coppa più prestigiosa, per risparmiare soldi. E' andata peggio alle ragazze della pallanuoto: la Pro Recco campione d'Italia e d'Europa cede i diritti a Rapallo, così al club genovese restano solo gli imbattibili uomini.

Persino le ragazze dell'hockey prato hanno perso una squadra, le sarde del Suelli danno forfait, Roma, Cernusco e Padova rinunciano al ripescaggio e così la serie A è a 7, rispetto alle 10 della scorsa stagione. L'A1 di pallamano maschile doveva essere a 3 gironi da 12, in 5 non sono iscritte, e così già si parla di ripescaggi per la prossima stagione, per un format che abbandona la serie A elite a 10 iscritte.
Neppure il calcio è immune dalla crisi, in Lega Pro 8 defezioni, un anno fa venne cancellato un girone di Seconda divisione.

La serie A femminile è in controtendenza, nonostante i forfait di Venezia e della matricola Siena sale da 14 a 16 club. Persino il calcio a 5 paga dazio, Fiumicino e Bisceglie si autoretrocedono in B e dalla cadetteria spariscono 14 formazioni. Qui però di soldi ne girano pochi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica