Brasile 2014

Atletico o Celeste, Godin è l'uomo del destino

I suoi gol hanno dato il titolo ai Colchoneros e le promozione all'Uruguay

Diego Godin, difensore centrale dell'Atletico Madrid e dell'Uruguay
Diego Godin, difensore centrale dell'Atletico Madrid e dell'Uruguay

Se non fosse stato per Sergio Ramos, poteva essere l'anno perfetto. Un anno calcistico che poteva portare la firma, una volta tanto, non di una stella, non di un superbomber, ma di un gregario del pallone improvvisamente diventato match winner. Il 2014 poteva essere l'anno di Diego Godin, ma comunque in parte lo è stato. Poteva esserlo, perché se Sergio Ramos non avesse pareggiato le sorti della finale di Champions nei minuti di recupero, l'Atletico Madrid sarebbe entrato nella storia spinto dall'ennesimo colpo di testa vincente di Godin, questo uruguayano volante, oscuro difensore fino a pochi mesi fa, diventato stopper-goleador nelle partite chiave della stagione, in poco più di un mese.
Il 17 maggio scorso l'Atletico si gioca la Liga al Camp Nou e quando il Barcellona va in vantaggio con Alexis Sanchez è proprio Godin che va a riprenderlo con uno stacco dei suoi, con un colpo di testa che vuol dire pareggio e titolo ai Colchoneros dopo 17 anni di attesa.

Ma non finisce qui: il 24 maggio l'Atletico va a giocarsi una finale di coppa dei Campioni a 40 anni di distanza dalla beffa subita dal Bayern nel '74. E al 37' proprio Diego Godin approfitta di un'uscita maldestra del monumento Casillas per mettere dentro, di testa, il gol della grande illusione. La finale poi finirà come finirà, ma il colpo di Godin fa tremare il grande Real fino all'ultimo minuto.
Il centrale biancorosso parte così per il mondiale brasiliano mettendo nel bagaglio i numeri di una stagione straordinaria: 4 gol in campionato, 2 in coppa del Re, 2 in Champions, 8 in 51 partite, quasi una media da centravanti. Otto gol in una stagione che rappresentano quasi la metà di tutti quelli realizzati (18) in sette anni di carriera in Spagna, tra Villarreal e Atletico.
E così al Mondiale Godin diventa una delle armi in più nelle mani del maestro Tabarez. Chi dovrà fare i conti con l'Uruguay, dovrà guardarsi ovviamente da Cavani e Suarez, ma con un occhio dovrà controllare anche questo stopperone che arriva dalle retrovie nei momenti più caldi. Probabilmente sarà stato anche uno degli input dati da Prandelli alla nostra difesa, almeno sui calci d'angolo. Però l'altra sera a Natal è spuntato ancora lui, come una cometa Celeste, ed ha inzuccato (o meglio “incollato” o “inspallato”) il gol partita nella porta di Buffon.

«Quel gol non l'ho fatto solo io - ha confessato come da regolamento il Dieguito uruguagio dopo la partita -, ma tutta la squadra con me. Anzi, quel pallone l'ha spinto in porta tutto il popolo uruguayano». Quel popolo chiamato a raccolta via facebook alla vigilia della partita da capitan Lugano, prima di cedere la fascia proprio a Godin.
Adesso questo nome entrerà di diritto anche nella storia del calcio italiano, alla voce incubi. Una testina d'oro uruguayana, come lo fu tanti anni fa Hector Puricelli, uno che però riuscimmo a portare abilmente dalla nostra parte, oriundo utilissimo alle cause del Bologna e del Milan. Questo Godin invece ha anche passaporto spagnolo, ma volete che non abbia un nonno di San Donà o un prozio di Badia Polesine? Uno così, diciamo la verità, sarebbe stato molto utile anche a Prandelli, che invece si è dovuto accontentare di Paletta...
Intanto però le sue quotazioni in un anno sono salite vertiginosamente: l'Atletico potrebbe anche trovarsi in casa una piccola miniera.

E pensare che una decina d'anni fa Godin passò dal Defensor al Cerro, due delle tante squadre di Montevideo, per la bella cifra di 840 pesos, che al cambio fanno più o meno 27 euro. Quanti ne varrà adesso?

Commenti