RomaIl medagliere non è tutto. La vitalità di un movimento sportivo si misura anche dal numero di piazzamenti in finale. Così abbiamo misurato il rendimento delle nazioni a Londra 2012 attribuendo 8 punti a ogni vincitore, 7 al secondo, 6 al terzo e così via fino all'ottavo (un punto). Abbiamo considerato anche gli ex-aequo: alle doppie medaglie di bronzo (come nella boxe) abbiamo attribuito 5,5 punti. E agli eliminati ai quarti di finale 2,5, media aritmetica del punteggio spettante dal quinto all'ottavo. Il risultato è una classifica a punti che ribalta il medagliere, ridimensionando nazioni per cui si potrebbe dire: sotto l'oro niente. Come il Kazakistan, 12° nel medagliere ma 26° nella classifica a punti; o la Corea del Sud, dal 5° al 12° posto, e l'Ungheria, dal 9° al 15°. La classifica a punti fa risalire invece le nazioni competitive in tante discipline come Russia, Australia, Giappone, Spagna, Brasile e Danimarca. Esemplari i casi del Canada e della Svezia, mortificati da un medagliere modesto, che guadagnano ai punti rispettivamente 22 e 15 posizioni.
E l'Austria, pur senza medaglie, raccoglie 26,5 punti e ritrova il sorriso. E l'Italia? Rispetto al medagliere scende dall'8° al 9° posto, piazzando finalisti in 19 dei 26 sport in cui aveva atleti: bottino migliore nella scherma (69,5), nel tiro (48) e nel nuoto (29) malgrado il flop.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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