Per la decima volta nella gestione Mazzarri il Napoli si è rialzato dopo una sconfitta, ulteriore segnale di come il tecnico toscano sia un grande motivatore. Così va letta infatti la dura conferenza della vigilia nella quale, dopo il terribile ko di Coppa in Ucraina (che seguiva quello altrettanto di Torino), aveva parlato di una squadra che compie miracoli da tre anni.
E ieri sera, senza bomber Cavani al primo forfait in campionato (problema muscolare alla coscia sinistra, guaio fisico inevitabile dopo il tour de force di ottobre tra club e nazionale uruguaiana), a cadere al San Paolo è stato il Chievo, bestia nera degli azzurri - tre ko nelle precedenti quattro sfide dirette -. Il Napoli si riprende così la seconda poltrona del trono del campionato e invia un messaggio alle avversarie: in Italia la squadra di Mazzarri resta una delle pretendenti al titolo.
Vittoria non facile per gli azzurri, in formazione titolare tranne il Matador rispetto alla figuraccia con il Dnipro. Complice un Chievo ben disposto in campo, con l'obiettivo di far giocare il meno possibile il Napoli grazie al pressing e alla difesa. E se il bel gol di Hamsik (il quarto stagionale dello slovacco) arriva solo dopo un'ora, non si può certo dire che Pandev e compagni non meritassero il vantaggio già dopo il primo tempo: un palo di Inler, un intervento del portiere Sorrentino su un tiro dello stesso centrocampista svizzero e soprattutto gli errori clamorosi sotto porta di Maggio e Pandev. In più c'è la verve di Insigne, il vice Cavani voglioso di dimostrare di meritare la fiducia del tecnico, che si arrende solo ai crampi a pochi minuti dai titoli.
Paradossalmente, dopo la rete del vantaggio il Napoli perde in brillantezza e il Chievo tenta il tutto per tutto, inserendo Pellissier (che protesta per un contatto in area con un difensore del Napoli) e Moscardelli.
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