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Gli azzurri soffrono ma l'Ungheria va ko. Ora il pass per i Mondiali è più vicino

Italia in chiaroscuro contro l'Ungheria, decisiva la sfida di novembre con la Lituania

Il ct azzurro Romeo Sacchetti
Il ct azzurro Romeo Sacchetti

La Cina e il mondiale 2019 sembrano più vicini per l'Italia del basket svanita nel terzo quarto (13-23) sul campo di Debrecen, ma salvata dal senso di gruppo trasmesso a tutti da Gigi Datome, dal coraggio di Filloy e dall'energia di Biligha. Vittoria in casa ungherese per 69-63, tutta una musica diversa dall'abbuffata di Bologna contro la Polonia e lo si capisce guardando la serataccia dei due mattatori al Pala Dozza: 7 punti per Della Valle con 2 su 10 al tiro (!), addirittura 2 per un Aradori pesante e svogliato (1 su 5 al tiro) in 13' da non ricordare.

Bravo Sacchetti a capire chi poteva davvero dargli qualcosa di concreto in una partita dominata per 2 quarti, dopo una partenza da brivido per gli ungheresi: 2-7 in 5'. Basket da poveri, ma per noi andava bene e infatti seguendo la musica di Luca Vitali ecco Datome, Melli e Brooks ricamare per il 39-28 di metà tempo.

Sembrava tutto facile per Azzurra Fremebonda e il più 15 all'inizio del terzo quarto una camomilla che ci ha fatto addormentare, invece, di azzannare un avversaria ferita e arroccata dietro al solo David Vojvoda (25 punti alla fine) in assenza del pivot Akos Keller.

Gli ulani del montenegrino Stojan Ivkovic hanno tolto il colore dal viso di Sacchetti e della sua tribù che, come sappiamo, non è mai quella sognata per i troppi renitenti alla leva azzurra. Una sberla dietro l'altra, anche con il risveglio dell'americano Govens ed ecco i magiari addirittura avanti (47-45 con un parziale di 19-5). Da brivido, ma, per fortuna il nostro Romeo non ha dimenticato che in certi teatri servono uomini e non principini sul pisello. Dentro Filloy, mai utilizzato a Bologna, responsabilità a Datome, rimasto solo dopo i falli di Melli, spazio, finalmente, a Paul Biligha uno che ha soltanto bisogno di fiducia, uno vero a cui mancano 4 esami per la laurea e poco per il sogno di poter andare a cercare acqua per il suo Camerun.

Salvato il collo al 30' (52-51), ci sono bastati 17 punti per avere lo scalpo degli ungheresi fermi a 12 punti perché nel pericolo siamo riusciti anche a difendere e vincere a rimbalzo (39-30), nascondendo come gattini dispettosi le 17 palle perse. Finestra chiusa. Ci si ritrova a fine novembre per ospitare la Lituania in testa al girone a Brescia.

L'Italia è seconda e il suo posto al mondiale sembra al caldo.

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