B uon vino non mente. Davide Formolo, questo ragazzino che viene dal mio Veneto, dalla Valpolicella, ieri ha fatto vedere davvero di avere i numeri per diventare un corridore con la "C" maiuscola. Un ragazzo di soli 22 anni che ha corso con la sicurezza di un veterano. Non ci sono storie: quando si ha la stoffa si vede, punto. Non ci sono tanti discorsi da fare. In fuga tutto il giorno non si è mai fatto prendere dalla frenesia di strafare. Quando ha deciso di muoversi, ha fatto il vuoto.
Vince a La Spezia, dove un giovanissimo Beppe Saronni nel 1978 vinse la sua prima tappa al Giro d'Italia, proprio come questo ragazzino che francamente non conoscevo, ma che ieri mi ha davvero conquistato. Bravo!
Bene l'Astana di Fabio Aru, che ha messo in crisi Uran, che è stato a tutti gli effetti il grande sconfitto di giornata, ma anche la Tinkoff di Contador non mi è parsa brillantissima. Bene lo spagnolo, bene Kreuziger, ma il suo team mi sembra che abbia mostrato qualche lacuna, cosa che non ho visto nel team kazako di Aru, e questo mi fa molto ben sperare anche in vista dell'Abetone di oggi.
La SpeziaSegnatevi il nome e anche il cognome, questo diventerà un gran bel corridore. Oggi è un ragazzino, ma fa cose da grande, perché anche in fasce, il talento si vede ad occhio nudo. Davide Formolo ha vinto ieri pomeriggio sul traguardo di La Spezia la sua prima gara da professionista. Dicono che i nostri ragazzi non hanno voglia di fare sacrifici, sono un po' " choosy ", ma questo non è il caso di Davide, emigrante del pedale, visto che corre per gli americani del team Cannondale-Garmin.
Con quel suo viso da bimbo imberbe, manda a quel paese tutto il vecchiume che circonda il nostro ciclismo, ma anche gran parte dei pregiudizi. Lui va all'attacco fin dal mattino, senza alcun timore. E con grandissima lucidità non si fa prendere dalla frenesia di strafare. Sta lì, con i migliori, poi al momento opportuno, quando mancano 14 km al traguardo, se ne va in progressione, e chi si è visto si è visto.
Il talento non è teoria. Il talento è una dote innata, che va al massimo affinata, smussata, accompagnata, ma non certo limitata o tarpata. Ieri Formolo ha infiammato il Giro in una tappa bellissima, piena di cose e di emozioni. Tappa di media montagna, ma senza un metro di pianura. Ne viene fuori una battaglia autentica, che fa anche vittime illustri, come Rigoberto Uran, il colombiano che negli ultimi due anni è arrivato secondo al Giro. Al traguardo lascerà 42" a Contador, Aru e Porte.
La maglia rosa resta in casa degli australiani della Orica, ma passa da Matthews a Simon Clarke, secondo all'arrivo. È però l'intera classifica generale a cambiare in una giornata esaltante: Kreuziger e Contador ora sono terzi a 17'' da Clarke, Aru subito dietro a 22'', Visconti settimo a 29'' e Formolo nono a 31''. Chiude la top ten Richie Porte con un ritardo di 37''.
Davide Formolo, veronese di San Rocco di Marano di Valpolicella, ha cominciato a pedalare in famiglia. Le prime bici in casa erano quelle del papà Livio e dello zio Sante. Poi la mountain bike del fratello. La prima bici da corsa a cinque anni, la prima corsa a sette, la prima vittoria a 11. «Mi dicono che faccio un lavoro bellissimo, ma io ho rispetto della parola “lavoro”, quello in bici è innanzitutto divertimento. Solo divertimento».
Ordine d'arrivo - 1. Davide Formolo (Ita); 2. Clarke (Aus) a 22''; 3. Monsalve (Ven) st; 4. Visconti (Ita); 5. Chaves (Col); 6. Aru (Ita); 7. Moinard (Fra); 8. Cataldo (Ita); 9. Contador (Spa); 10. Porte (Aus); 21. Uran (Col) a 1'04''.
Classifica - 1.
Simon Clarke (Aus); 2. Chaves (Col) a 10''; 3. Kreuziger (Cec) a 17''; 4. Contador st; 5. Aru (Ita) a 23''; 6. Cataldo (Ita) st; 7. Visconti (Ita) a 29''; 8. Moinard (Fra) a 31''; 9. Formolo (Ita) st; 10. Porte (Aus) a 37''. 14. Uran a 1'11"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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