Milano - Si può avere tutto dalla vita. Per una sera, la prima della sua carriera rossonera, Mario Balotelli basta e avanza. Suo il gol che illude il popolo dello stadio (11 mila paganti, neanche l'esodo popolare immaginato dalla società), sue le emozioni, in società con l'altro talento della compagnia, Niang, che consentono di mettere sotto pressione l'Udinese. Suo, alla fine, in pieno recupero, il rigore che inchioda l'Udinese alla sconfitta scatenando l'ira di Guidolin e di tutti i friulani presenti a San Siro. L'intervento incauto di Hertaux su El Shaarawy, lanciato da Mario, è di quelli che alimentano le polemiche e la discussione. Così, come in un giallo di Edgar Allan Poe, all'ultimo capitolo si capisce che il Milan può raggiungere a quota 40 l'Inter e avvicinarsi in modo sensibile al terzo posto, a tre punti soltanto. Dibattito a parte sul penalty («Uno di quelli che non si può dare» ammetterà Allegri) e sull'arbitro Valeri (messo sull'avviso dall'addizionale Ciampi), il Milan continua a risalire la china e si ritrova in casa un vero gioiellino. Già, Supermario Balotelli che è il protagonista assoluto della serata, del debutto: 2 gol da incorniciare e poi lanci, recuperi, assist. «Sembra un giovane Ibra» commenta un vecchio cuore rossonero e forse non è una esagerazione. L'Udinese e Guidolin schiumano rabbia, si precipitano anche gli esponenti della panchina, mentre Allegri si gode una serata spensierata.
Chissà se c'è un regista occulto per le serate speciali. Chiamatelo destino o come volete voi. È vero, l'influenza mette fuori causa Abbiati (dal sabato) e poi anche Boateng, ma persino il riscaldamento in una notte gelida, sferzata da un vento polare, può provocare la smorfia di dolore di Pazzini e la necessità di schierare subito Mario Balotelli togliendo all'ex interista anche il tempo messogli a disposizione da Allegri. SuperMario non si fa pregare certo nell'imbastire subito la trama che lo porta, al culmine della prima percussione, 40 secondi sul cronometro, a sfiorare il palo lontano di Padelli: è il suo debutto sotto la curva amica. Il Milan prende di petto l'Udinese, che nel frattempo si difende a 4 proprio per proteggersi dal tridente rossonero, e comincia a macinare gioco ed occasioni da gol come nei giorni migliori. Non c'è bisogno di una particolare preparazione per mettere Balotelli al centro del gioco dell'attacco rossonero: lui Niang ed Elk Shaarawy si cercano e si trovano come se giocassero insieme da anni invece che da qualche minuto appena. E per dare il buon esempio, proprio Balotelli, offre ai suoi dimostrazione di come si possa incarnare il ruolo del predestinato e del profeta. Suo infatti il sigillo a metà della prima frazione, agevolato da una deviazione fortuita, con cui il Milan passa davanti, sempre suo il destro a girare sotto la traversa che Padelli con una prodezza devia in angolo, suoi i recuperi che impreziosiscono la prova dando spessore e sostanza ai colpi da campioncino. Il Milan affida la bacchetta a Montolivo e tutti gli altri musicanti si mettono agli strumenti per realizzare una musica d'autore.
Ma domare l'Udinese tosta non è operazione così semplice e scontata, nonostante Balotelli. Appena si organizza, dopo l'intervallo, la squadra di Guidolin guadagna campo e mette sotto pressione la difesa di Allegri (Bonera in difficoltà, Amelia non indovina un rinvio che uno), ecco che acciuffa il pareggio attraverso un banale contropiede che coglie Zapata solo contro due friulani: la stoccata di Pinzi, deviata, mette fuori causa anche Amelia. E così ricomincia la rincorsa milanista a quel punto con le gambe pesanti e poche vitamine a disposizione. Allegri molla gli ormeggi con mossa discutibile (fuori Nocerino, dentro Bojan, poi spazio anche a Robinho) sottoponendo i suoi a qualche rischio di troppo e senza ricavare dallo spagnolo tascabile la giocata decisiva.
La traversa di Niang (sfortunato al culmine di una prova rotonda), a colpo sicuro, la trattenuta, in area, di Domizzi su Balotelli e la bastonata di quest'ultimo su punizione dal limite sono le emozioni garantite nel finale dai rossoneri. Che hanno il merito di non mollare la presa fino all'ultimo assalto. Palletta di Mario per El Shaarawy, collisione con Hertaux e rigore del 2 a 1. Il Milan s'avvicina al suo traguardo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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