Balotelli da intoccabile a un destino da Cassano

Il milanista in dubbio anche a Napoli: soltanto febbre o brutti ricordi? E Antonio: "Chiamano tutti tranne me"

Balotelli da intoccabile a un destino da Cassano

Espulsioni, infortuni, codice etico, inquietudini. Persino la febbre e la gastroenterite. E sicuramente un notevole nervosismo che ieri l'ha spinto a dare una manata a una telecamera Mediaset “rea” di riprenderlo un po' troppo da vicino all'arrivo a Napoli. La storia di Mario Balotelli in azzurro è stranota e si arricchisce ogni giorno di più di qualche puntata inattesa. Come è ormai definita la sua statistica con la maglia della Nazionale: assente 21 volte su 47, quasi il cinquanta per cento. Una percentuale talmente bassa da togliere il sonno, metaforicamente parlando, a Prandelli che pensava di avere un campione pronto e di dovergli costruire attorno una squadra, mentre invece nei prossimi mesi dovrà impegnarsi anche nella veste di psicologo.
Che ci sia un caso Balotelli è inutile nasconderlo. Bisogna solo capire se c'è una corsa a spegnerlo o ad alimentarlo. Gli altri azzurri sembrano volerlo proteggere, Prandelli parla di un «Mondiale impensabile senza di lui in questo momento, ma nella vita può succedere di tutto...». Il punto fermo è che non c'è nessuna voglia di rinunciare alla forza fisica e ai colpi del 23enne attaccante del Milan, e tantomeno alla sua voglia di dimostrare al mondo chi è, almeno in campo. Balotelli è un attaccante di caratura internazionale e, come ha sempre ripetuto il ct, può farci fare il salto di qualità. Sempre che al momento giusto ci sia.

Il nostro paese è affamato di simboli e spesso si va a pescare nel mondo del calcio. Così si vorrebbe Mario testimonial di tutto: prima dell'immigrazione, ora anche dell'anticamorra visto che l'Italia sta per approdare a Napoli. «Io vengo lì perchè il calcio è bello, tutti devono giocarlo dove vogliono e poi c'è la partita», l'ultimo tweet sull'argomento della punta rossonera. Ieri in campo, pure indebolito, con tanto di gol nella partitella di Coverciano al fianco di Pepito Rossi e poi anche in un tridente con Cerci. Il dribbling ad alcuni tifosi ospiti del centro sportivo fiorentino e la fuga verso la sua camera. E senza sorprese, cuffie in testa, l'imbarco sul Frecciarossa che ha portato la truppa azzurra all'ombra del Vesuvio.

Ammesso che giochi (e non è ancora sicuro, ma Prandelli lo ha voluto tenere con il gruppo, quasi un codice etico applicato al contrario), l'appuntamento di domani sarà comunque per SuperMario un crocevia di situazioni, ricordi e anche spettri del passato. Oggi alle 11 a Quarto la nazionale si allenerà sul campo anticamorra Giarrusso e lui sarà al centro di tutti gli sguardi dopo quella passeggiata tra l'ingenuo e il folle per le vie di Scampia. A Napoli c'è una rivalità non solo calcistica, riaccesa dalla questione della discriminazione territoriale e dalla sua scenata all'arbitro Banti nella sfida di San Siro proprio contro la squadra partenopea. A Napoli, infine, vive Raffaella Fico, madre di una bambina mai riconosciuta e di una vicenda che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati i genitori di Balotelli, «colpevoli» di averlo difeso, con una lettera aperta, dagli attacchi dell'ex compagna. Impossibile che Mario non ci pensi. Ma se il contesto è questo, la trama è forse ancora più fosca. Il periodo no col Milan si sta riverberando anche sul rapporto con l'azzurro. Una volta era il colore di quella maglia l'unico a poter rasserenare l'attaccante, ora invece l'inquietudine del ragazzo è così profonda che anche il rapporto con Prandelli pare essere al minimo storico. In qualche modo, si stanno riaprendo vie percorse da Cassano: la fiducia del ct, la luna di miele, gli errori, il perdono, l'incapacità di riconoscere l'opera di mediazione.

Già, quel Cassano che in un'intervista a TikiTaka, il programma in onda stasera alle 24 su Italia 1, sottolinea: «In un anno e mezzo Prandelli ha chiamato tutti, tranne me. Avrà qualche motivo per la testa che non capisco e non conosco. Ma pazienza, non piangerò. Al Brasile ci penso, è un bellissimo paese: andarci in vacanza direi di sì, per il resto la vedo molto, molto dura».

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