Sport

Bari, calcioscommesse Comprò l’autogol di Masiello Mister X è un imprenditore

Il capitano del Bari confessa e va ai domiciliari. Fu Carlo Quarta, secondo Masiello, a pagare 230mila euro per la combine del derby col Lecce

Bari, calcioscommesse  Comprò l’autogol di Masiello Mister X è un imprenditore

Mister x ha un nome, proprio quando Andrea Masiello esce dal carcere dopo quattro giorni dietro le sbarre. L'ex difensore del Bari, arrestato lunedì scorso, dopo due giorni di serrati faccia a faccia con i pm della procura pugliese torna a casa, a Bergamo. Il gip Giovanni Abbattista gli ha concesso i domiciliari, incassato il parere favorevole del pm Ciro Angelillis, poche ore dopo la fine dell'ultimo interrogatorio. Dietro le sbarre, Masiello ha cambiato atteggiamento, collaborando con gli inquirenti. Ha confermato l'identificazione del «mister X» che gli consegnò, il 22 agosto dell'anno scorso all'hotel Tiziano di Lecce, una cifra tra i 200 e i 300mila euro, il «prezzo» del derby Bari-Lecce venduto ai salentini, e «finalizzato» sul risultato di 2-0 con un clamoroso autogol del difensore biancorosso.

Masiello ha riconosciuto nella foto l'uomo a cui la procura di Bari aveva già dato un nome. Quello di Carlo Quarta, un giovane imprenditore leccese che sarebbe molto amico di Pierandrea Semeraro, presidente della squadra di calcio salentina. L'uomo, ora indagato a Bari per frode sportiva, nell'ultimo periodo si è impegnato politicamente nel centrodestra nel capoluogo salentino, candidandosi alle comunali con una lista civica (Grande Lecce) che appoggia il candidato sindaco del Pdl Paolo Perrone. Ieri sera era irraggiungibile, telefonino rigorosamente spento, e avrebbe lasciato Lecce per evitare problemi con la tifoseria locale.

Che Carlo Quarta sia vicino ai Semeraro lo conferma anche l'avvocato ed ex parlamentare barese Tato Greco, nipote di Antonio Matarrese e a sua volta amico di Quarta. Secondo alcuni, Carlo Quarta proprio a una festa di Greco avrebbe conosciuto Carella e Masiello. «Non posso confermare né smentire, di certo conosco sia Quarta, un ragazzo d'oro, che Masiello, spero solo che questa brutta storia non sia vera, davvero non so che cosa dire se non che sono sbalordito, e che Quarta aveva di certo molte frequentazioni baresi, poiché l'ex compagna e i suoi due figli vivono qui». Un dettaglio, il possibile incontro «mondano» tra difensore ed emissario, che tra l'altro smentirebbe quanto dichiarato nei primi interrogatori da Masiello, ossia che non aveva mai visto prima l'emissario che gli consegnò i soldi.

Rico Semeraro, ex presidente del Lecce, raggiunto a Londra dove abita ammette di conoscere Quarta. «Di vista. Anche perché a Lecce ci conosciamo tutti». Devia però la domanda chiave: i soldi che Quarta avrebbe consegnato a Masiello arrivavano dal Lecce? «Questa domanda dovete farla a mio fratello che penso sia in viaggio, io da tempo non sono più niente in società, frequento anche poco Lecce, non posso commentare, non ho niente a che fare con questa triste vicenda a parte che sono parente». Sui rapporti tra Quarta e il fratello, alza le mani. «Bella domanda, non lo so, domandate a lui». Da Lecce, intanto, anche il padre dell'imprenditore ritenuto dalla procura di Bari «l'emissario» per conto della società di calcio giallorossa, dice la sua: «Spero che non sia vero nulla».

Intanto gli investigatori stanno lavorando sugli accertamenti bancari del difensore dell'Atalanta tornato ieri a casa, per tracciare i flussi di denaro in ingresso e confrontarli con i soldi che Masiello avrebbe dichiarato di aver preso per le combine. Anche su Quarta la procura avrebbe avviato controlli contabili. I due sodali di Masiello, Fabio Giacobbe e Gianni Carella, ritenuti membri col difensore dell'associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva, restano invece rinchiusi nel carcere di Bari. Per loro, che nell'interrogatorio di garanzia hanno dato versioni diverse sulla combine del derby, il gip ha rigettato la richiesta di revoca della custodia cautelare.

Per i due, i difensori chiederanno presto un nuovo interrogatorio «per chiarire, più di quanto non abbiano già fatto nell'interrogatorio di garanzia, alcune circostanze emerse nelle ultime ore anche sulla stampa».

Commenti