Domenico Latagliata
Torino Il Real segna da 64 partite di fila, ma la BBC bianconera è pronta. Dura, cattiva nel senso migliore del termine, impermeabile a tutto. Anche all'età, al momento. E al cambio del modulo. Così, quando pareva fosse arrivato il momento per mettersi da parte, Andrea Barzagli è tornato imprescindibile o quasi: quarto di destra, con poche licenze offensive ma utilissimo per coprire le spalle a Cuadrado o Dani Alves. Andrà così anche a Cardiff, dimenticando i 36 anni compiuti e mettendosi quando necessario sulle tracce di Cristiano Ronaldo. «Come lo si marca? Non si può, probabilmente. Stiamo parlando di uno che è tra i top mondiali e tra i migliori di sempre. È un attaccante moderno, completo: fa gol in tutti i modi, in pratica non ha punti deboli. Servirà massima attenzione, bisognerà anche fargli sentire la nostra fisicità. Poi dipenderà anche da lui: se sarà un po' meno in giornata, meglio». Lo si studia tramite filmati, certo: «Vediamo spesso clips che riguardando lui e tutti i suoi compagni. Poi però ci sono imprevisti che propongono sul campo situazioni nuove rispetto a quelle studiate in settimana: in quei casi bisogna adeguarsi in fretta».
Resta però la fiducia. Tangibile. Concreta. Respirabile, quasi. «Sono arrivate in finale le due squadre migliori d'Europa, non ho dubbi. Siamo pronti, sì. E non mi pare proprio che l'ambiente soffra la psicosi della coppa: siamo tutti molto carichi, anche i tifosi sono convinti che possa essere la volta buona. Non c'è aria di negatività, semmai un senso di responsabilità che, quando giochi a questi livelli, è normale ci sia.
Ma la si prende volentieri: vogliamo continuare a vincere».Nel caso, il 15 è pronto anche per calciare un rigore: «Ho il cento per cento, nessun problema». Uno tirato, uno segnato: Juve-Atalanta 3-1, ultima giornata dello scudetto datato 2012.
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