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Basile ci regala il 200° oro e porta il judo nella storia d'Italia

Anche la Giuffrida d'argento. Garozzo è in finale nel fioretto

Basile ci regala il 200° oro e porta il judo nella storia d'Italia

Questa è una notte di vento qui a Rio. Ti arriva l'odore del mare e porta fortuna. Il palazzetto del Judo e quello della scherma sono vicini, basta prendere una porta oppure l'altra, Carioca 2 o Carioca 3. È in questo spazio che sta accadendo tutto. Sembra incredibile, ma l'Italia si è svegliata di un botto, con tre colpi di mano e di braccia dalla pedana e dal tatami. La prima ad arrivare in finale è una ragazza di non ancora 22 anni. È bionda, è tosta, pesa 52 chili, è romana e si chiama Odette Giuffrida. È una da colpo a sorpresa, da mossa che non ti aspetti, da se ci credi ci riesci.

È arrivata al judo per un timpano perforato, voleva fare nuoto ma non poteva stare troppo tempo sott'acqua, poi ha provato con la ritmica, la danza classica, perfino hip hop. «Ma da quando mi sono tolta le scarpe sul tatami nessuno mi ha più fermata». Se le chiedono quanto conta il dan, le mostrine, l'apparenza, lei risponde così: «Se fosse per me potrei anche indossare la cintura bianca. Nè il colore né il dan per me sono importanti».

Ma il capolavoro è di Fabio Basile, sempre sul tatami, in una domenica storica per il judio azzurro. E' il torinese infatti a rompere finalmente il muro dei 200 ori della nostra storia. Basile quasi non doveva essere qui. Si è guadagnato Rio con la grinta, la passione, la forza di credere in missioni impossibili. Lo chiamano il pitbull e si allena con i pesi addosso per poi sentirsi più leggero. È di Rosta, provincia di Torino.

La sua Olimpiadi doveva essere quella di Tokio. È arrivato quattro anni prima. Perché ama le missioni impossibili. Daniele Garozzo è il fratello Babbo, come dicono in Sicilia. È quello del fioretto. Enrico, il maggiore, il gradasso, lo spaccone, tocca di spada. Il fioretto è arma da cadetti. Ma lo sapete che i cadetti, anche quelli timidi, sono cari agli dei del romanzo. È gente che si esalta quando raccontano storie. Sono tre medaglie sicure, tre medaglie portate dal vento, tre medaglie di grinta e sorpresa.

La quarta medaglia è d'argento. Ed è già leggenda. Tania e Francesca finalmente ce l'hanno fatta. Tania Cagnotto e Francesca Dallapè si sono tuffate insieme, come sempre, come quasi nessuno mai. La quinta è di bronzo, ma brilla come le altre: è di Elisa Longo Borghini nel ciclismo.

Dove non è arrivato Nibali, ci ha pensato lei.

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