Il Bayern dista anni luce Milan bocciato a Monaco

Rossoneri mai all'altezza, l'élite d'Europa resta lontana Guardiola litiga con De Jong per un brutto intervento Galliani: "Ibra? Se il Psg lo cede, siamo in pole position"

Il Bayern dista anni luce Milan bocciato a Monaco

Lunga è la traversata del deserto da parte del Milan. Può capitare di sorprendere l'Inter e il Real durante la recente tournee in Cina ma durante la prima sfida di ieri in Baviera, quarta edizione dell'Audi cup dinanzi al Bayern, una delle potenze del calcio continentale, la distanza è apparsa ancora molto evidente. Più accentuata dall'esibizione della prima frazione, meno vistosa nella ripresa quando sono arrivati anche un paio di conclusioni (Bacca e De Jong) che hanno messo sull'avviso la difesa di Pep Guardiola. Deve aver fatto effetto, all'intervallo scandito dal battibecco tra il tecnico spagnolo e De Jong (a causa di un intervento deciso che ha messo ko uno dei suoi), il cicchetto di Mihajlovic che ha rimproverato ai suoi eccessiva timidezza, quasi un complesso d'inferiorità. È vero, il Bayern è di solito padrone del gioco grazie al suo palleggio ma il Milan ha patito oltre misura il carisma dei rivali ed è rimasto tutto il tempo rintanato nella propria metà campo senza riuscire né a ringhiare con i centrocampisti né a servire con precisione il duo d'attacco Luiz Adriano-Bacca, schierato dall'inizio. Con la squadra schiacciata all'indietro, il Milan è stato inchiodato dall'autogol di Zapata (su discesa di Bernat), da un palo di Hojberg e una traversa di Vidal.

Stessa scena nella ripresa con una serie di manovre alla mano dei bavaresi che hanno messo a dura prova la concentrazione di Diego Lopez, caduto altre due volte per merito di Götze e Lewandowski. Prima della sfida di ieri, Adriano Galliani ha fatto il punto sul mercato del Milan. Su Romagnoli ha definito l'offerta fatta alla Roma (25 milioni, ndr ) «stratosferica», su Ibrahomivic ha confessato qualche dubbio («secondo me resterà al Psg, se lo lasciassero partire siamo in pole») ma non si è di certo arreso. Per aumentare la statura tecnica del gruppo i due rinforzi sono indispensabili.

Intanto lo stadio di proprietà resta un obiettivo strategico del Milan, ma sul progetto del Portello è intervenuta una brusca frenata. Conseguenza diretta della lettera spedita lunedì da Barbara Berlusconi, ad del club con delega alla divisione marketing, a Benito Benedini presidente di Fondazione fiera il quale aveva richiesto al cda rossonero un pubblico e solenne impegno (avrebbe dovuto arrivare entro il 27 luglio) in attesa della firma del contratto per l'aggiudicazione dell'area. Al fine di completare gli accertamenti preventivi, il cda milanista è stato rinviato a ieri e in questa occasione è stata trovata la formula "lo stadio di proprietà resta un obiettivo strategico" per non dare alla lettera di Barbara Berlusconi il significato di una clamorosa marcia indietro sull'area del Portello. Il principale motivo è legato ai lavori di bonifica del sottosuolo di cui la società si era fatta garante (una delle condizioni poste dal bando): la richiesta specifica ora è quella di procedere a sondaggi sul terreno per stabilire con maggiore precisione l'entità dei lavori da realizzare.

Non solo: ma il sospetto che la bonifica non sia un'operazione così semplice oltre a far lievitare i costi, farebbe di conseguenza slittare i tempi della costruzione dell'impianto, con grave nocumento del piano finanziario. Stessa sorte per la trattativa d'acquisto dell'area attualmente occupata dal capannone Citroen: congelata. A produrre la frenata altri due fattori: il dissenso del quartiere che ha allestito un apposito comitato contrario alla costruzione per fare pressione sul comune e le dimissioni dell'ex assessore all'urbanistica nonché vice-sindaco con la quale era stato discussa tutta la pratica nella fase relativa al bando. Nessun ruolo, nella vicenda, ha invece recitato mister Bee Taechaubol.

In occasione del suo ultimo viaggio a Milano il futuro nuovo socio di minoranza rossonero non ha avuto la possibilità di studiare il dossier. E anzi l'incontro con Barbara Berlusconi, fissato in un primo momento, è stato di fatto cancellato per evitare che l'argomento costituisse un ulteriore ostacolo lungo la strada dell'accordo poi intervenuto in Sardegna.

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