La speranza di Conte e Pioli è quella di riavvolgere il nastro di dieci stagioni e arrivare a un derby milanese da prime della classe, come accadde nel campionato 2010/11: allora sulla panchina del Milan iniziava l'era Allegri, mentre su quella dell'Inter ci fu la staffetta a metà stagione tra Benitez e Leonardo. La data del 17 ottobre 2020 è cerchiata di rosso da tempo sul calendario, ma per arrivarci a punteggio pieno o magari da semplici capoliste c'è ancora un ostacolo da superare oggi: più ostico quello per la truppa nerazzurra, una Lazio ferita e quasi umiliata in casa dall'Atalanta quattro giorni fa; più morbido ma comunque da non sottovalutare per quella rossonera, lo Spezia neopromosso che nel recupero ha incamerato i primi storici punti in serie A.
Antonio Conte, alla vigilia della sfida dell'Olimpico dove nella passata stagione perse poco prima del lockdown del campionato - uno dei soli quattro ko in campionato che di fatto fu una frenata decisiva nella corsa al titolo -, tira in ballo il concetto dell'estetica. La nuova era dell'Inter guarda molto al calcio offensivo: «Il nostro obiettivo è la bellezza, ma in Italia il giudizio finale si basa tanto sul risultato, non si va tatticamente a vedere come in Spagna la bellezza del gioco. Dobbiamo credere in quello che facciamo anche se capiterà un risultato negativo, senza farci condizionare, le grandi squadre hanno una propria fisionomia, hanno sempre lo stesso atteggiamento». Sarà così anche con la Lazio: «Vogliamo prenderci dei rischi ma non vogliamo snaturarci. E per capire se siamo pronti servono test impegnativi come questo, la Lazio ha avuto l'ambizione di provare a vincere lo scudetto e di contrastare la Juventus. E sia per noi che per loro sarà il terzo impegno ravvicinato». Conte resta in attesa di un colpo finale sul mercato, che risponde al nome dell'esterno sinistro Marcos Alonso, e di alcune situazioni da definire in uscita (vedi Nainggolan, non convocato).
Dall'altra parte della Milano calcistica, Pioli oppone all'estetica i concetti di solidità, infallibilità e imbattibilità. La notte infinita in Portogallo, con la sofferta lotteria dei rigori che ha portato i rossoneri nei gironi di Europa League, ha allungato la serie di gare di fila senza sconfitte. Da quell'8 marzo e quel ko casalingo con il Genoa, ultima partita prima del lockdown, il Milan non ha più perso. Anche senza Ibrahimovic che ieri ha compito 39 anni e che, dice Pioli, «sta bene ed è voglioso di tornare in campo». Il tecnico rossonero deve fare i conti con le energie psicofisiche dei suoi, in campo nemmeno 72 ore dopo le fatiche europee. Nei giorni scorsi è arrivato Jens Hauge, ieri Maldini e Massara hanno chiuso per l'esterno difensivo Diogo Dalot dal Manchester United. Il primo potrebbe già essere in campo oggi contro uno Spezia galvanizzato dalla vittoria di Udine: «Hanno cambiato 15-16 giocatori rispetto alla passata stagione, ma hanno mantenuto le stesse idee di gioco.
Arriverà a San Siro con entusiasmo e voglia».Il derby meneghino è già all'orizzonte, toccherà alla Nazionale stemperare le tensioni e le emozioni della vigilia. Sempre che Lazio e Spezia non decidano di rovinare la festa di San Siro ancora prima.
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