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La Bell'Italia che sogna va alla prova del tempio

Contro l'Austria sarà l'esame da vera grande Mancini: "Onorare Wembley, giocando bene"

La Bell'Italia che sogna va alla prova del tempio

In barba alla scaramanzia, stavolta Gianluca Vialli non è salito per ultimo sul pullman della Nazionale diretto all'aeroporto per prendere il volo diretto a Londra, ma è arrivato in Inghilterra prima degli azzurri. Stasera l'Italia affronta a Wembley l'Austria, forte di un bilancio finora perfetto di tre vittorie, sette gol segnati (di più ha segnato solo l'Olanda, otto) e zero subiti (come l'Inghilterra). Il Das Team, per altro, ispira dolci ricordi all'Italia: nel 1936 la doppietta di Annibale Frossi ci regalò l'oro olimpico, nel 1978 Pablito Rossi ci garantì l'unica vittoria della seconda fase dei Mondiali, nel 1990 Totò Schillaci aprì le notti magiche della rassegna iridata nel nostro paese.

Per gli azzurri «inizia un altro Europeo», come ha ricordato Roberto Mancini un minuto dopo la fine della gara con il Galles. E il ct, nell'ultimo ballottaggio ancora aperto, sembra aver scelto Verratti a Locatelli. Così ha detto l'ultimo allenamento svolto a Coverciano perché i giardinieri hanno dovuto risistemare il manto erboso di Wembley, soprattutto nelle aree di rigore. Le altre maglie erano già decise, da Acerbi e Di Lorenzo sostituti di Chiellini e Florenzi (ancora fuori nella seduta di ieri) al rientrante Spinazzola, risultato il giocatore dell'Europeo con la velocità di punta più alta (33,8 chilometri insieme all'ungherese Nego). Un'Italia che non ha più i blocchi del passato - appena 2 elementi per Lazio e Napoli, tutti gli altri di squadre diverse - e un solo juventino, Bonucci, che stasera arriverà a 106 gettoni in azzurro. Ventiduemila gli spettatori sugli spalti, appena 1200 i tifosi italiani tutti residenti nel Regno Unito dove tornano a preoccupare i dati del contagio per la variante del virus.

«Noi abbiamo già fatto la doppia dose di vaccino, siamo tranquilli...», ha sottolineato con il sorriso Mancini. Che torna a Wembley dove ha vissuto serate amare (vedi la finale di Coppa dei Campioni nel 1992 con la Samp) o dolci (quella di Fa Cup vinta nel 2011 quando allenava il City). «È uno stadio fantastico, dovremo giocare bene per rispettare il tempio», così il ct. Che vuole «continuare a divertirsi grazie ai suoi calciatori, sto vivendo una vigilia tranquilla perché chiunque andrà in campo farà bene. Bello essere in difficoltà per avere tante possibilità di scelta». Bonucci considera l'Austria più forte delle nostre avversarie precedenti e da belli si «potrà anche diventare brutti, sporchi e cattivi». Mancini la ritiene «una squadra aggressiva, veloce e di qualità. Dovremo fare una grande partita, perché pressano bene».

Il clima delle notti magiche di Roma è lontano, Wembley è la prima «sfida» in trasferta per gli azzurri. «Giocheremo comunque davanti a 22mila tifosi, l'atmosfera sarà bella. Noi dovremo fare la nostra partita e il nostro calcio da qui alla fine, che speriamo ci regali altre tre sfide dopo questa». Il record di Pozzo da superare, con 31 risultati utili di fila, potrebbe essere un altro stimolo. E se manterremo la porta inviolata, l'Italia sorpasserà anche il primato di Zoff.

Ma intanto prendiamoci il pass per Monaco, il resto si vedrà.

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