Tra i giovani talenti che si stanno mettendo in luce in questo campionato ce n'è uno che sembra vivere una vera favola, sportiva ed umana. Domenico Berardi, nato l'1 agosto 1994, ha le stigmate del predestinato. Sì, perché l'attaccante del Sassuolo, domenica all'Olimpico, al minuto 94 ha bloccato la corsa della Roma capolista con una bordata di sinistro, realizzando il suo sesto centro in Serie A in appena 8 partite giocate. Una settimana prima aveva realizzato la sua prima tripletta in nella massima Serie, alla Sampdoria. Impresa riuscitagli a soli 19 anni, 3 mesi e 9 giorni, più precoce di un certo Alessandro Del Piero.
Scoperto giocando a calcetto. La storia ha dell'incredibile e comincia appena tre anni fa, nel 2010. Berardi, cosentino di Cariati Marina, va a trovare il fratello Francesco, universitario a Modena. I due giocano una partita di calcetto e, contro ragazzi più grandi di lui, Domenico fa il fenomeno; un amico del fratello lo segnala a Luciano Carlino, talent scout del Sassuolo. Da lì il provino, la stagione con gli Allievi Nazionali, la Primavera e poi la grande occasione offertagli dal suo mentore, Eusebio Di Francesco, che in B, lo scorso anno, lo schiera titolare.
L'esplosione in B. Berardi diventa protagonista della promozione del Sassuolo (11 reti e 6 assist decisivi in 37 partite) e quest'estate viene addirittura bloccato dalla Juventus, che anticipa top club come United e Arsenal e ne rileva la comproprietà. A ragion veduta, viene da dire, visto l'impatto del numero 25 neroverde con il massimo campionato. "Il suo segreto è la spensieratezza", ha spiegato Di Francesco, che da quando ha avuto a disposizione Domenico (aveva saltato le prime 4 giornate per una vecchia squalifica) ha cominciato a fare punti.
I problemi con l'Under 21. Può un talento di tale spessore non esser nel giro dell'Under 21? Sì, può accadere per via del codice etico. Berardi a maggio ha saltato una convocazione con l'Under 19 e la Federazione italiana ha deciso di punirlo.
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