Reggio Emilia. Ieri con ogni probabilità il «Predestinato» ha detto addio alle speranze di mondiali. Domenico Berardi ha qualità tali che da aprile potrebbe convincere Prandelli a farne un surrogato di Giuseppe Rossi, ma per ora siamo lontanissimi. A metà gennaio toccò il diapason della carriera, 4 gol al Milan in meno di un tempo, a 19 anni, solo Piola era stato un pokerista più precoce. Pepito si infortunava con il Livorno e automaticamente il ct pensò a Berardi, andando a seguirlo nelle (deludenti) gare successive. Intanto Di Francesco salta e con Malesani la situazione precipita. Contro il Parma la seconda panchina di fila, una bestemmia tecnica considerate le difficoltà della matricola. «Ma voi non sapete cosa accade durante la settimana, è troppo facile criticare da fuori», dice l'allenatore dei modenesi. L'erede designato di Baggio e Del Piero ha forse un atteggiamento sbagliato, di insofferenza. Come quando non si scusava con il dt azzurro Sacchi per aver saltato la convocazione agli europei under 19.
Ieri al 26'st Malesani lo inserisce e istruisce. Berardi neanche tocca il pallone e reagisce con una gomitata al calcetto di Molinaro. Tagliavento non può chiudere gli occhi, espulsione (dopo appena 48'') e niente under (21) per il codice etico. «Al Sassuolo - sostiene il mister - è stato caricato di responsabilità eccessive». Con Di Francesco autografò la tripletta alla Samp, caratterizzando anche le altre due vittorie.
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