Date un'occhiata alla classifica parziale dopo la prima e unica sosta in vista del mondiale e scoprirete una nuova aristocrazia del calcio italiano. Già perché Atalanta (col Napoli) e Udinese, inseguite dal Milan (con la Lazio) in cima e in zona Champions sono proprio una strepitosa novità. Che ha bisogno di essere studiata e spiegata per non incorrere in clamorose sviste. Dopo 7 turni, ecco il primo setaccio, contano anche i diversi impegni, tradotto il peso del calendario che è stato morbidissimo per taluni, morbido per altri e impegnativo per altri ancora. Un esempio su tutti: il Napoli ha avuto (come Inter e Roma) due neo-promosse lungo la strada, il Milan zero e al contrario 4 scontri diretti su 7 (Udinese, Atalanta, Inter e Napoli). Altra differenza da non sottovalutare: Napoli e Milan hanno la Champions mentre Atalanta e Udinese possono preparare le sfide lungo una settimana recuperando preziose energie e anche piccoli acciacchi.
Ma qui brilla il massimo comun denominatore che è la fattura calcistica da un lato e le idee applicate durante il mercato. Se l'Atalanta ha cambiato pelle e anche caratteristiche votandosi a una difesa attesa e tignosa (7 ammoniti all'Olimpico contro la Roma senza una sola sostituzione da parte del Gasp), l'Udinese di Sottil - vera sorpresa di questo inizio di torneo - sta assumendo le sembianze dell'Atalanta di qualche anno fa, quella capace di guadagnare il posto in Champions per alcuni anni di fila. I due club hanno eletto a schemi fondamentali due requisiti: grande fisicità e gioventù nella scelta dei nuovi ranghi. Sul piano fisico l'Udinese ha smantellato la difesa interista durante la ripresa, sul piano della tenuta l'Atalanta ha resistito agli assalti (e agli errori di mira) della Roma (al netto degli strafalcioni dell'arbitro Chiffi). Poi ci sono Napoli e Milan che rappresentano il meglio del nostro calcio dal punto di vista dell'intensità. Ha detto Arrigo Sacchi: «Mi sembrava di assistere a una sfida di Premier e non mi sarei mai stancato di vedere calcio». Giustissimo. Con un paio di note che devono correggere errori e omissioni. La prima riguarda il maggior numero di gol subiti dalla difesa rossonera: è in parte conseguenza diretta del calendario di cui sopra. Secondo: il maggior numero di occasioni non sfruttate o respinte da traverse e portiere napoletano raccontano che poi l'assenza di Leao ha avuto un qualche impatto sulla sfida. Piuttosto è salato il conto muscolare prodotto dalla sfida di San Siro. Pioli ha perso all'intervallo Calabria (affaticamento muscolare), Theo Hernandez è tornato dal ritiro della Francia con un problema all'adduttore (è quello che ha giocato tutte le 9 partite tra campionato e coppe) mentre a Coverciano Tonali ha lamentato un acciacco muscolare.
Ultima spiegazione riferita al Napoli in particolare: sul mercato ha copiato perfettamente il modello Milan-Elliott, assunzione di profili giovani, con stipendio basso e ha
goduto della continuità di Spalletti. Al contrario di quel che hanno fatto Juve (con l'usato garantito di Di Maria, Pogba e Paredes) e Inter (Lukaku riportato in Italia in prestito con lo stipendio più alto della serie A).
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