L'Europa come medicina per il Diavolo malato. Anni fa era così, questa sera Montella spera che la storia possa ripetersi. Contro l'Austria Vienna a San Siro (ore 21), oltre ad esserci in palio la qualificazione ai sedicesimi di Europa League, c'è anche la voglia di poter vivere finalmente una tranquilla serata di calcio, lontani dai problemi societari e dal futuro sempre incerto che attanaglia la truppa rossonera in questo momento: «Gli acquirenti cinesi hanno sempre rispettato puntualmente gli impegni presi - ha ricordato l'ex patron Silvio Berlusconi - e un fondo importante come Elliott ha ritenuto di poter garantire loro un prestito rilevantissimo». Come dire, la società può dormire sonni tranquilli.
La parola, per una sera, passa dunque al campo. E dal campionato si passa all'Europa, terra di conquista che potrebbe ancora dare le (uniche?) soddisfazioni stagionali: «Ma il cammino è lungo, non possiamo basare le nostre speranze su una competizione sola - ricorda Montella - in questo momento abbiamo bisogno di risultati».
Non ci sarà Suso («Non sta bene, non vogliamo rischiarlo»), ma la scena sarà tutta per Kakà: che oggi incontrerà Fassone per parlare di un suo possibile ingaggio da dirigente (difficile ipotizzare un terzo ritorno da giocatore) e poi guarderà la partita dalla tribuna.
Quella dei rossoneri, tra l'altro, è l'unica qualificazione ancora da conquistare per le italiane in Europa league e il test con l'Austria sarà probante: «Ci teniamo a fare bene in Europa - ha concluso Montella - in generale vedo
una squadra coesa che crede nel nostro lavoro. Le voci sul futuro societario? Siamo bersagliati, ma noi dobbiamo pensare solo al campo. Ormai non ci faccio più caso, se ne parla da tanto come della mia posizione in bilico».
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