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Berlusconi: "Il Milan non mi manca. Il Monza diventerà una squadra modello"

Silvio Berlusconi ha parlato di Milan e Monza ai microfoni di La7: "Non mi mancano né il Milan, né le cene eleganti. Ora con Galliani siamo concentrati sul Monza: vogliamo costruire una squadra modello"

Berlusconi: "Il Milan non mi manca. Il Monza diventerà una squadra modello"

Il Monza di Cristian Brocchi è attualmente sesto in classifica nel girone B di Lega Pro a distanza di sette punti dal secondo posto occupato dalla Triestina. Ormai, il primo posto e la conseguente promozione diretta in Serie B sembra ad appannaggio del Pordenone con la squadra brianzola che con il passaggio di proprietà ha subito un bel rinnovamento e i risultati inizieranno sicuramente a vedersi nella prossima stagione. Silvio Berlusconi ha da sempre avuto le idee chiare sul suo Monza e ha sempre dichiarato di volere una squadra con tutti calciatori italiani, sbarbati e senza tatuaggi.

Berlusconi è stato uno dei Presidenti più vincenti della storia del calcio, ha portato il Milan sul tetto d'Europa e del mondo e ancora oggi i rossoneri sono il secondo club ad avere vinto più Champions League in assoluto ben sette, cinque sotto la sua vincente gestione. Ai microfoni di La7 il Cavaliere ha però ammesso di non sentire la mancanza del club rossonero: "Non mi mancano né le cene eleganti né il Milan. Le cene era solo cose simpatiche, su cui hanno portato avanti cose contro di me non vere".

Berlusconi ha poi parlato del progetto Monza, fiore all'occhiello suo e di Galliani: "Per quanto riguarda il calcio, ora ho preso il Monza e con Galliani vogliamo costruire una squadra modello, composta da giovani italiani, da ragazzi ben pettinati senza barba, senza tatuaggi e senza orecchini". L'ex numero uno del Milan ha poi stilato un codice di comportamento da tenere sia in campo che fuori: "Se fanno fallo devono chiedere scusa all'avversario e devono avere massimo rispetto per l'arbitro. Quando firmano gli autografi, devono scrivere in modo chiaro il loro nome e cognome.

La nostra maggiore preoccupazione non è andare in Serie B o in Serie A, ma costruire una squadra che sia da esempio".

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