Di Biagio chiude con la Under "Ma non parlate di fallimento"

«Risultato negativo, però tanti ragazzi sono cresciuti»

Di Biagio chiude con la Under "Ma non parlate di fallimento"

Eliminazione fa rima con dimissioni. Ma, almeno secondo il diretto interessato, non con fallimento. Persa la possibilità delle semifinali dell'Europeo under 21, Gigi Di Biagio ha rassegnato le dimissioni da commissario tecnico. Tutto previsto, il suo ciclo alla guida degli azzurrini era da considerarsi concluso e l'eliminazione al sapore di biscotto, ma col retrogusto amaro di rimpianto e mea culpa, ha dato il colpo di grazia. Ma l'ex centrocampista di Roma e Inter, al termine di sei anni intensi ha voluto mettere i puntini sulle i.

Facile in effetti sarebbe gettare la croce addosso al ct. Chiaro che abbia le sue responsabilità in un europeo che, tecnicamente, è da considerarsi un fallimento. Specie perché giocato in casa e con l'aggravante dell'addio ai Giochi Olimpici di Tokio. Ma le accuse che sono arrivate a Di Biagio, dal fatto di avere poca esperienza a quello di essere cocco di Mancini, lasciano il tempo che trovano. È vero, l'europeo potevamo vincerlo o almeno viverlo da protagonisti assoluti ma il compito di una nazionale giovanile è anche altro, ovvero coltivare, far crescere e lanciare dei talenti. E su questo a Di Biagio si può rimproverare davvero poco. «Bisogna scindere i risultati di questi anni da quello che è successo in questo Europeo - spiega l'oramai ex ct - Direi che è stato fatto un ottimo lavoro: abbiamo fatto crescere tanti ragazzi, siamo stati competitivi con tante squadre forti, tanti ragazzi sono andati in Nazionale A. Poi ci sono le note dolenti, perché il risultato non è positivo ma non è un fallimento per me». Ci tiene a sottolineare che gran parte del gruppo della Nazionale maggiore è composto da giocatore passati per le giovanili e questo è certamente un risultato. Ed era parte importante della missione cominciata nel 2013 quando il calcio italiano voleva rilanciarsi. Certo, la ferita Europeo resta aperta. «La colpa è solo nostra, senza cercare alibi. Il responsabile principale sono io e i ragazzi con me - dice Di Biagio -. Però chi dice che non abbiamo gioco e non corriamo è in malafede». Ha usato anche il pugno duro Di Biagio con i ritardatari Kean e Zaniolo ma ora li coccola. «Hanno chiesto scusa immediatamente, non mi sono divertito a punirli, potrebbero essere i miei figli, spero di aver lasciato loro qualcosa di importante».

Adesso, però, si cambia. Lui si mette sul mercato, dicendo di aver rifiutato negli ultimi mesi offerte da società di serie A e B per rimanere in azzurro ma ora punta proprio lì. Per la sua successione invece si fanno diversi nomi.

Da Evani, per seguire e favorire il lavoro di Mancini con i grandi, passando per la promozione di Nicolato che tanto bene ha fato con l'under 20, fino a un nome a sorpresa di peso. Chiunque sia dovrà fare di meglio: coniugare la crescita dei ragazzi e raggiungere, con loro, anche risultati importanti.

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