Ci mancava anche il comico invasore, tipo il Paolini di casa nostra o il Cavallo pazzo che fu. La Fifa non si fa mancare nulla e dunque Sepp Blatter, prima o poi si sarebbe preso non una torta in faccia ma un mucchietto di dollari falsi lanciatigli da Simon Brodkin, in arte Lee Nelson, un tipo made in Gran Bretagna che ama invadere palchi e conferenze di ogni genere con il proprio spirito ignorante e antisociale. La scenetta ha consentito a Blatter di svignarsela senza dare avvio alle domande della stampa riunita a Zurigo per il grande annuncio: dunque le elezioni per la presidenza della Fifa si terranno l'anno prossimo, il giorno ventisei del mese di febbraio. Blatter non si ripresenterà a meno che non voglia esibire ancora una volta la sua faccia di bronzo ma le ultime dell'Fbi non gli consigliano di fare il furbo, altri suoi sodali sono stati già trasferiti negli Stati Uniti di America per essere sottoposti a interrogatori, processi e sentenze, il presidente dimissionario non si muove, non soltanto dalla poltrona che occupa da una vita a Zurigo, ma dal proprio domicilio svizzero. Che cosa accadrà allora? Michel Platini sembra il favorito numero uno, avendo raccolto nelle ultime settimane il consenso di sei confederazioni che hanno cambiato atteggiamento rispetto al recente passato.
Ma il francese non si sposta di un centimetro, ha già deciso la propria azione come sapeva fare in campo e preferisce che il gioco si sviluppi e che la sua candidatura venga richiesta a maggioranza, quasi oceanica in tutti i sensi. Sa benissimo che altri prima di lui si sono bruciati con lo specchio delle loro brame, ultimo tra questi il principe giordano che ha chiesto ancora a Blatter di farsi da parte immediatamente, non un consiglio, quasi un ordine. La carriera di Platini sembra, dunque, indirizzarsi verso la massima carica calcistica mondiale, un percorso magico che lo ha visto recitare tutti i ruoli, dal campo alla panchina, ai mandati dirigenziali per la coppa del mondo in Francia alla presidenza dell'Uefa.
A sessant'anni per lui non sarebbe la svolta ma la continuazione di un progetto teso a coinvolgere il popolo del football e non i potenti. Ma Platini non si sbilancia pubblicamente, non rilascia interviste e dichiarazioni che potrebbero creare equivoci e spiazzarlo nella marcia verso la Fifa.
Di certo, nel caso di una sua elezione, dovrà incominciare dal fondo del barile, raschiando tutto ciò che in questi mesi è stato individuato dalle indagini americane e che già era stato messo alla luce da Garcia, l'investigatore incaricato dallo stesso Blatter di un report interno, relazione poi mutilata, addomesticata, resa pubblica con i tagli richiesti e con le dimissioni dello stesso Garcia. Questa è la Fifa ancora di Blatter. Per sette mesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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