Calcio

Boban se ne va contro Ceferin. È un'occasione per il calcio

Quando ha visto che Ceferin, il suo presidente, ha manomesso lo statuto per aprirsi un varco oltre il terzo mandato, ha preso carta e penna e ha scritto le sue dimissioni

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Nessuno di quelli che hanno avuto la fortuna e il privilegio di frequentare e conoscere Zvonimir Boban prima da calciatore e poi da opinionista tv e infine da dirigente di Fifa, Milan e Uefa, avrebbe mai dubitato dello spessore morale dell'uomo venuto un giorno da Zagabria. Eppure c'era bisogno di una conferma solenne. È vero: lo avevamo visto giovane e coraggioso calciatore sfidare a mani nude la temibile polizia jugoslava per difendere la propria tifoseria e ne rimanemmo ammirati. Ai tempi di Sky, da osservatore, conclusa la sfida Milan-Juve, quella famosa del gol non visto di Muntari, non si lasciò intimidire - come certi suoi successori dei nostri giorni - dalla presenza ai microfoni di Antonio Conte e lo rintuzzò domanda dopo domanda. Da dirigente del Milan americano fu una sorta di provvidenza: scovò tra gli altri Leao, convinse telefonicamente Ibra dopo la disfatta di Bergamo e quando ci fu da mostrare la schiena dritta firmò una intervista polemica con la proprietà Elliott che ne decise il licenziamento per giusta causa (perdendola poi in tribunale).

Da qualche tempo Boban è diventato il Virgilio calcistico dell'Uefa portandosi dietro i propri valori, irrinunciabili, e il temperamento per niente incline al compromesso. Quando ha visto che Ceferin, il suo presidente, ha manomesso lo statuto per aprirsi un varco oltre il terzo mandato, ha preso carta e penna e ha scritto le sue dimissioni, denunciando il tentativo di trasformare l'incarico di servizio in una sorta di comoda rendita pluriennale. Sarebbe stupendo se questo gesto, che ha gettato nello scompiglio gli uffici di Nyon, portasse a un ripensamento delle federazioni europee che hanno svenduto il proprio sostegno in cambio di chissà quale poltroncina. Boban ci ha regalato così un'altra prova da hombre vertical.

Quando verrà il giorno in cui il calcio europeo riuscirà a scegliere come guida uno come Zvonimir che ama il calcio e ne difende i valori più autentici, sarà forse l'alba di un domani finalmente migliore.

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