Quando Antonio Conte alla ripresa del campionato dopo il lockdown disse «Avviciniamoci alla Juventus, poi tutto può succedere» aveva ragione, ma solo in parte. Perché se la Juve è ormai irraggiungibile a 11 punti, il tecnico dell'Inter ha centrato il tutto può succedere. Tipo: scrivere un nuovo capitolo del manuale del calcio alla voce Come perdere una partita già vinta. E poi qualcuno si azzardi a non definire pazza quest'Inter. Fatto sta che il Bologna vince a San Siro e la banda Conte perde un'occasione d'oro. Vincendo sarebbe arrivata a meno uno dalla Lazio seconda, avrebbe tenuto a distanza l'Atalanta quarta e chissà, come vaticinato dal tecnico avrebbe davvero potuto puntare all'impresa miracolosa. E invece rabbia, rimpianti e un retrogusto di amaro in bocca già sentito più volte. Vatti a fidare dell'amico Mihajlovic. Grazie a due giovani gambiani, il Barrow (classe '98) che ti aspetti e lo Juwara, (dicembre 2001) che nessuno si aspettava e spacca di fatto la partita, ribalta tutto e manda all'inferno i nerazzurri.
La trama del nuovo capitolo del manuale del calcio nerazzurro è avvincente. I nerazzurri si apparecchiano un pomeriggio bello comodo e poi ribaltano la tavola e rimangono digiuni. Si era messo tutto a meraviglia, con il vantaggio firmato Lukaku, dopo il palo di testa di Lautaro Martinez, al 22'. Da qui in poi, Inter in controllo, qualche occasione e l'impressione di poter arrivare in fondo senza scossoni. Nonostante le avvisaglie non mancassero perché a 10' dalla fine del primo tempo Orsolini si mangia il gol del pareggio a tu per tu con Handanovic e dopo 8 minuti nella ripresa Barrow centra il palo con un bolide dal limite.
Secondo tempo, appunto, dove l'Inter entra in pantofole mentre il Bologna sembra trasformato. Eppure tutto sembra comunque girare a favore dei nerazzurri perché prima, minuto 12, Soriano si fa cacciare da Pairetto (sembra gli abbia detto «sei scarso» dopo un fallo discutibile. Opinione personale, che l'arbitro sia molto molto permaloso è un dato di fatto), poi 4' più tardi Djks sbaglia i tempi e stende Candreva in area. La partita sembra così in discesa che il rigorista Lukaku lascia l'onore a Lautaro Martinez, in cerca del gol del riscatto. Altro che rivincita. Botta centrale e respinta di Skorupski. «L'Inter non vuole cederlo», dice Marotta. Sarà...
Comunque, da questo momento, l'Inter, non guidata da un Eriksen assente ingiustificato, sparisce dal campo. Al 29' si concretizza la favola di Musa Juwara che trova il primo gol in serie A alla scala del calcio. Lui arrivato in Italia su un barcone nel 2016, notato dal Chievo in un campetto di periferia vicino Potenza per poi spiccare il volo, di fatto iniziato ieri, nel calcio che conta. Decisivo il ragazzino, imprendibile per l'Inter che decide per l'harakiri quando ancora c'era spazio per vincerla. Due minuti più tardi Bastoni si fa cacciare per doppio giallo e in parità numerica non c'è più gara. Il gol decisivo di Barrow, che di nome fa Musa pure lui come il più giovane connazionale, a 10' dalla fine è la logica conseguenza di quanto visto in campo.
Così come il duro faccia a faccia negli spogliatoi tra squadra, Marotta e Conte
che attacca i suoi: «Avessero l'1% della mia rabbia...» E ammette: «Non siamo ancora una grande squadra». Quasi una resa. Segnale che no, di imprese non se ne parla. Se non autolesioniste, dove l'Inter resta inarrivabile.
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