A Fuorigrotta, da quando venerdì sera la truppa dell'ex Donadoni aveva fermato la Juve, si respirava l'aria della grande occasione. Ma quel controsorpasso ai bianconeri, che sarebbe stato importante in questo momento della stagione (siamo ai due terzi del torneo), e' rimasto solo un'illusione. Il vantaggio di Insigne durato appena cinque minuti (fino al pari di Bonaventura), il palo di Mertens e una netta supremazia territoriale sono lo specchio della serata in cui alla fine ci sono solo rimpianti, con la squadra di Sarri che resta all'inseguimento dei campioni d'Italia in carica.La sfida del San Paolo, zeppo come è nella tradizione di Napoli-Milan, e' quella tra due tecnici (Sarri e Mihajlovic) che quest'estate rischiavano di sedersi sulla panchina opposta. Ma anche tra i due bomber principali del campionato, l'Higuain inceppatosi improvvisamente dopo i 24 gol in altrettante partite, e il Bacca, capace di andare a rete una volta ogni tre tiri. Anche se per una sera non sono protagonisti, con il Pipita che continua il suo digiuno arrivato a tre gare (anzi due e mezzo) di fila dopo la strepitosa media di un gol a partita.Se all'andata a San Siro, i rossoneri toccarono il punto più basso della stagione subendo un poker doloroso, oggi la truppa milanista e' diventata una squadra, con un suo equilibrio e una certa continuità di risultati. Un cambiamento evidente mostrato anche dal modo ordinato in cui il Milan ha approcciato la gara del San Paolo, opponendo resistenza alle azioni veloci di Hamsik e compagni e persino reagendo immediatamente al gol di Insigne (i rossoneri sono il suo bersaglio preferito, quattro i gol di cui tre in questo campionato) con lucidità. Non sarà un Milan spettacolare, come lo vorrebbe il presidente Berlusconi, ma sicuramente concreto e capace di soffrire. E il dato degli undici tiri subiti nel primo tempo (mai così tanti quest'anno nei 45 minuti iniziali) contrasta con l'unico gol incassato. La Champions resta ancora lontana otto punti, otto come le partite di fila senza sconfitte. Il punto del San Paolo e' comunque pesante nell'economia delle ultime dodici tappe del torneo.Il Napoli mantiene un altissimo possesso palla, va a strappi e a volte appare devastante. Ma la squadra ammirata per lunghi mesi e arrivata a vincere il titolo d'inverno pare ora un po' con il fiato corto: colpa forse di un turnover quasi assente in campionato, con i titolarissimi spremuti all'inverosimile, che se prima era un'arma in più, ora rischia di diventare un boomerang pericoloso. Quindi se le idee di calcio sono sempre le stesse, sono i muscoli adesso a non rispondere. E la squadra sembra ingolfata, più prevedibile di quando agisce con meno ansia e con maggiore velocità ed è più difficilmente arginabile. Anche se alla fine la sorte (vedi il palo di Mertens) gioca la sua parte. E il solito nervosismo tradisce Sarri, espulso da Banti per le continue proteste.Napoli si era preparata all'evento con largo anticipo: alla vigilia trombette e cori nella notte della vigilia davanti all'hotel che ospitava il Milan (e il presidente degli azzurri De Laurentiis).
Il più colpito dagli sfottò è Balotelli che reagisce con un gestaccio affacciandosi dal balcone della propria stanza. Più grave il lancio di sassi, uova e altro sul pullman dei rossoneri mentre sta per giungere allo stadio di Fuorigrotta. E in un assalto da follia ultras di cento tifosi, viene ferito un poliziotto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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